BioNTech: «Da soli non ce la facciamo»
L’azienda partner di Pfizer: l’Europa è in ritardo, subito le altre approvazioni. Un nuovo impianto in Germania
Più che una campagna di vaccinazione, quella contro Covid è un’impresa titanica. Ugur Sahin, a capo dell’azienda tedesca BioNTech che lavora in tandem con il colosso americano Pfizer, non ha usato mezzi termini: «La situazione non è buona, si è creato un vuoto perché non ci sono altri vaccini approvati e dobbiamo colmarlo noi». Quindi ha chiesto all’Europa di accelerare le pratiche. Al momento quello di Pfizer e BioNTech è l’unico vaccino disponibile nell’Unione, mentre Stati Uniti e Canada hanno dato il via libera anche al siero di Moderna, basato sullo stesso principio (Rna messaggero o mRna). Cina e Russia stanno utilizzando loro prodotti. In tutto il mondo sono state immunizzate circa 10 milioni di persone, in Italia siamo a quota 35.850 (ore 20 dell’1 gennaio) su un totale di oltre 574 mila attualmente positivi (2,1 milioni da inizio epidemia).
L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) dovrebbe autorizzare il vaccino di Moderna il 6 gennaio. A quel punto, ha spiegato il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, l’Italia arriverebbe a 62 milioni di dosi (ricordando però che per ciascuna persona ne servono due). Secondo gli accordi firmati dalla Commissione europea, al nostro Paese spetterebbero in totale 215 milioni di flaconi, che permetterebbero l’intera copertura nazionale più una buona scorta. Ma, all’atto pratico, la situazione è più complessa e si procede con il contagocce. La Ue ha prenotato oltre un miliardo di dosi da sei diverse aziende farmaceutiche (oltre a Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca, anche Johnson & Johnson, Sanofi/GSK e CureVac), ma al momento può contare solo su 300 milioni di fiale della Pfizer, ampiamente insufficienti per i 27 Stati membri. Berlino ha esortato l’Ema ad approvare rapidamente — oltre a quello di Moderna — anche il vaccino sviluppato dall’Università di Oxford con AstraZeneca, seguendo l’esempio della Gran Bretagna (che ha dato un via libera «condizionato» alla costante presentazione dei nuovi dati e con diritto immediato di revoca), ma l’Agenzia europea ha chiesto ai produttori ulteriori approfondimenti su efficacia e sicurezza. Per ora quindi le speranze si concentrano principalmente sul vaccino Pfizer, cui l’Organizzazione mondiale della Sanità ha concesso la convalida di emergenza a livello globale (quindi anche per i Paesi a basso reddito). BioNTech ha annunciato l’apertura di un nuovo impianto di produzione a febbraio (a Marburg, in Germania), che dovrebbe assicurare altri 250 milioni di dosi già nei primi mesi di quest’anno. Nonostante il via libera al vaccino di Moderna (le cui somministrazioni inizieranno nei prossimi giorni), ci sono ritardi anche negli Usa, dove i casi totali da inizio pandemia hanno superato i 20 milioni. Tre milioni le persone immunizzate finora.