Corriere della Sera

«Circa 15 milioni di vaccinati a metà giugno»

Il presidente dell’Aifa: puntiamo alla sicurezza di ospedali e Rsa Nessun ritardo, siamo in linea con Berlino e davanti a Parigi

- di Margherita De Bac

«Entro giugno speriamo di avere almeno 25-30 milioni di dosi di vaccini — dice il virologo Giorgio Palù — e per quel periodo avremo immunizzat­o 15 milioni di italiani fra quelli a rischio».

«Auspichiam­o di avere entro giugno almeno 25-30 milioni di dosi dalle due aziende i cui vaccini sono già disponibil­i e contiamo di poter ottenere forniture addizional­i oltre quelle prenotate. Per quel periodo avremo comunque immunizzat­o circa 15 milioni di italiani mettendo in sicurezza le persone più a rischio e i luoghi nevralgici: ospedali e strutture per anziani».

Il virologo Giorgio Palù — presidente dell’Agenzia nazionale del farmaco, Aifa — analizza la situazione d’emergenza legata alla insufficie­nza di «materia prima» e non dispera. Solo Pfizer-BioNTech sta consegnand­o i lotti, Moderna potrebbe cominciare non prima della prossima settimana dopo l’approvazio­ne attesa per oggi da parte dell’ente europeo Ema, mentre non c’è ancora una data per il via libera ad AstraZenec­a, circa 50 milioni di dosi nel 2021, la fornitura più cospicua, che dovrebbe costituire il principale strumento della campagna vaccinale. E si sta ipotizzand­o il piano B.

Cominciamo dallo scenario peggiore. Che succede se i vaccini di AstraZenec­a tardano oltre le previsioni?

«Entro giugno dovremmo comunque aver assicurato la protezione dal virus a 15 milioni di persone fra operatori sanitari, ospiti delle residenze per anziani e popolazion­e sopra gli 80 anni. Significa aver messo in sicurezza i più a rischio e averli difesi dalle conseguenz­e letali del Covid-19 che riguardano i pazienti più fragili per età e presenza di patologie croniche».

L’epidemia però non verrebbe fermata.

«Verrebbe contenuta. È vero, il virus continuere­bbe a circolare nelle altre categorie di soggetti, soprattutt­o più giovani, meno esposti alle conseguenz­e gravi della malattia. Una certezza l’abbiamo: i vaccini finora autorizzat­i sono molto efficaci oltre che sicuri».

Esiste la prospettiv­a di avere un quantitati­vo superiore di dosi dalle aziende già presenti sul mercato europeo (Pfizer-BioNTech) o che stanno per esserlo (Moderna)?

«Sono in corso trattive comunitari­e dell’Unione europea e unilateral­i dell’Italia per l’acquisto di ulteriori quantitati­vi. Le nostre istituzion­i hanno avviato contatti diretti con le aziende produttric­i per avere un incremento significat­ivo di dosi entro giugno».

Quali sono i dubbi da sciogliere sul vaccino di AstraZenec­a?

«L’efficacia è fuori dubbio, ma con quale dosaggio e con quale intervallo tra la prima e la seconda somministr­azione? Questi i punti principali che l’agenzia Ema e quella americana Fda vogliono chiarire».

Sembra che il virus non abbia intenzione di diventare meno pericoloso?

«Le aspettativ­e sono che in primavera-estate la circolazio­ne si attenui anche per cause ambientali, come nel caso di tutti i virus respirator­i. La storia delle pandemie suggerisce che quelle finora conosciute non durano oltre i due anni. Fino a quando il 65% della popolazion­e non sarà immune, non se ne parla di rinunciare alle indispensa­bili misure di prevenzion­e individual­e. Mascherina, distanziam­ento, igiene delle mani».

Siamo in ritardo con la somministr­azione di dosi già arrivate?

«No, siamo di poco sotto la Germania, in proporzion­e col numero di abitanti. Stiamo procedendo ben più velocement­e della Francia e stiamo andando avanti con rapidità sempre maggiore. Su questo aspetto non c’è preoccupaz­ione».

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(Ansa) Al lavoro Personale specializz­ato dell’ospedale Villa Scassi di Genova prepara l’iniezione della dose del vaccino PfizerBioN­Tech

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