Corriere della Sera

Zingaretti: «Conte ora prenda l’iniziativa Renzi? No a crisi al buio e atti di rottura»

Il leader dem: da mesi sollecitia­mo una ripartenza senza posizioni liquidator­ie o solo distruttiv­e Il segretario del Pd: bisogna fare presto

- di Maria Teresa Meli

La coalizione di governo scricchiol­a, la maggioranz­a gialloross­a appare incartata e Nicola Zingaretti è preoccupat­o. «Bisogna fare presto — ripete il segretario dem —. Conte riparta, abbiamo molte cose da fare. Renzi? No a crisi al buio. Il Pd vuole superare le conflittua­lità dentro la maggioranz­a. E in un momento di emergenza la crisi verrebbe vissuta come un gioco di potere».

La situazione politica non sembra volgere al meglio per la coalizione di governo, la maggioranz­a gialloross­a appare incartata e in affanno e Nicola Zingaretti è preoccupat­o. Molto preoccupat­o. «Bisogna fare presto — ragiona il segretario dem —. Abbiamo molte cose da fare per gli italiani. Il Pd intende superare le conflittua­lità all’interno della maggioranz­a e un clima di incertezza che può arrecare danni all’azione di governo e alle condizioni di vita del Paese. La crisi in un momento di emergenza verrebbe vissuta come un gioco di potere, lontano dagli interessi dell’Italia».

Per questa ragione il leader del Partito democratic­o sollecita il presidente del Consiglio a prendere un’iniziativa. Sta al premier trovare una sintesi. Del resto, è dall’autunno scorso che Zingaretti ha chiesto a Giuseppe Conte e alla maggioranz­a tutta di siglare un «patto di legislatur­a» per far ripartire l’azione dell’esecutivo. Aveva intravisto le difficoltà che poi, immancabil­mente, si sono presentate qualche tempo dopo e riteneva fosse opportuno agire subito per scongiurar­e proprio lo scenario che si sta profilando in queste ore. «Si va avanti se il governo fa le cose. Se si ferma, la bicicletta cade» è un suo “vecchio” modo di dire. Lo è andato ripetendo spesso mesi fa. Ora lo ha adottato anche il leader di Italia viva Matteo Renzi. Ma con altri toni e obiettivi.

«Da mesi alla luce del sole, con iniziativa politica unitaria — ricorda infatti adesso il segretario dem — sollecitia­mo una ripartenza della nostra coalizione che dopo la fase positiva dell’emergenza deve saper affrontare con maggiore unità, maggiore solidità, maggiore fiducia la ricostruzi­one dell’Italia. Un’iniziativa per rilanciare, distante da posizioni che invece rischiano di essere liquidator­ie o solo distruttiv­e». E l’ultima frase, ovviamente, è un riferiment­o puramente voluto e non casuale al leader di Italia viva.

Nicola Zingaretti non vuole attardarsi nelle polemiche e tanto meno entrare nelle beghe sulle poltrone da assegnare o da togliere, evita i gossip e si tiene ben lontano dalle indiscrezi­oni fatte filtrare ad arte: «Saremo giudicati dal modo in cui riusciremo a domare definitiva­mente i contagi del virus, sapremo programmar­e con efficienza, dedizione e ferrea precisione la vaccinazio­ne di massa, sapremo utilizzare le risorse del Recovery fund per affermare un nuovo modello di sviluppo della nazione all’insegna della sostenibil­ità ambientale e sociale per garantire crescita, sapremo garantire l’occupazion­e quando molte imprese potranno ricomincia­re a licenziare, sapremo approntare nuovi ammortizza­tori sociali, sapremo rendere il nostro sistema più giusto e progressiv­o come indica la Costituzio­ne, sapremo rendere la nostra giustizia più equa e rapida, sapremo innovare il nostro sistema sanitario per tutelare il diritto alla salute».

Ecco, è lungo queste direttrici che il leader del Partito democratic­o vuole muoversi e intende lavorare perché la maggioranz­a tutta si incammini entro questi binari, senza sbandare, perché deragliare adesso potrebbe essere esiziale per i giallo-rossi: «Sulle cose da fare siamo pronti a un immediato confronto di merito con tutti i partiti della maggioranz­a. Crediamo ci siano le condizioni per un compromess­o alto, che faccia fare un passo in avanti a tutti, attorno a Conte e per l’interesse nazionale».

Ma il confronto auspicato da Zingaretti diventa ogni giorno più difficile. Il leader di Italia viva Matteo Renzi non sembra affatto voler fare retromarci­a, anzi. E nei palazzi della politica le voci di un governo di unità nazionale hanno preso a rincorrers­i nuovamente, con un certo vigore. «In questo confronto — osserva il presidente della Regione Lazio — occorre essere sinceri e propositiv­i. Il Pd respinge ogni tentativo di esasperare le differenze e le divisioni per aprire la strada a avventure, cambi di maggioranz­a o confuse soluzioni da condivider­e con la destra». Ma è qui che, secondo Zingaretti, deve entrare in gioco Conte. È questo il ruolo che deve avere chi siede a Palazzo Chigi: «Il premier deve assumere l’iniziativa per propiziare questo confronto franco e chiuderlo il prima possibile».

Sì, il prima possibile perché il presidente della Regione Lazio sa bene che ogni giorno

I l gioco di potere Conte propizi questo confronto franco e lo chiuda il prima possibile La crisi verrebbe vissuta come un gioco di potere

No a crisi al buio Non servono atti di rottura o una crisi al buio, ma una collaboraz­ione necessaria e consapevol­e dato il momento che viviamo

Le conseguenz­e Se dovessimo fallire, chi non avrà avuto coraggio o avrà agito in modo spregiudic­ato ne pagherà le conseguenz­e davanti all’opinione pubblica

che passa in questa confusione e in questa ridda di voci incontroll­ate le cose possono solo complicars­i. Se non ci si muove la crisi strisciant­e non decanta ma si aggrava. Il segretario del Pd si rende conto che la situazione può precipitar­e, che non è più il momento di temporeggi­are o di ingaggiare un braccio di ferro che potrebbe non avere vincitori. Perciò chiede a Conte di muoversi, è severo con Renzi e richiama tutti alle loro responsabi­lità: «Non servono atti di rottura o crisi al buio, ma una collaboraz­ione necessaria e consapevol­e dato il momento che stiamo vivendo. Se dovessimo fallire, chi avrà avuto la responsabi­lità di un mancato coraggio o di una condotta irresponsa­bile, manovriera e spregiudic­ata, ne pagherà le amare conseguenz­e di fronte all’opinione pubblica».

Il segretario del Partito democratic­o respinge le accuse di chi obietta che in questa fase i dem sembrano giocare di rimessa e non prendere l’iniziativa nei confronti del governo e della maggioranz­a. Non è così: «Il Pd spinge a superare la staticità e al contempo le strumental­ità. Abbiamo le risorse dall’Europa. Abbiamo la responsabi­lità del governo. Abbiamo alle spalle un lavoro con importanti risultati. Abbiamo una classe dirigente preparata e all’altezza. Abbiamo la fiducia dell’Unione europea, che ha investito sul nostro Paese. Sarebbe assurdo fallire. Il Pd farà di tutto perché questo non accada. E fino all’ultimo darà il suo contributo autonomo, disinteres­sato, in direzione della stabilità ma anche del rinnovamen­to dove è necessario, urgente e corrispond­ente alle speranze dei cittadini italiani».

La stabilità Abbiamo le risorse dall’Europa e la responsabi­lità del governo Ci serve stabilità e rinnovamen­to dove è necessario

 ?? (Ansa) ?? A Roma Il leader del Pd Nicola Zingaretti, 55 anni, con il ministro della Salute Roberto Speranza, 42
(Ansa) A Roma Il leader del Pd Nicola Zingaretti, 55 anni, con il ministro della Salute Roberto Speranza, 42

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy