Giani: le regioni non sono tutte uguali La Toscana era pronta
Il governatore: ma ci adeguiamo all’esecutivo
Aveva già organizzato tutto, Eugenio Giani: trecento bus in più per alunni e studenti, steward alle fermate, orari scaglionati, screening e tamponi rapidi. E invece ieri mattina è arrivata la doccia gelata. «Ho saputo che durante la notte il governo aveva deciso di riaprire le superiori l’11 gennaio, non me l’aspettavo», dice il governatore della Toscana.
Governo in confusione?
«Non credo. È stata una sorpresa questo sì, ma capisco la situazione, non tutte le regioni sono uguali. La Toscana ha poco più di 300 nuovi positivi al giorno ed era pronta ad aprire tutte le scuole giovedì, il governo ha rinviato all’11 gennaio il ritorno degli studenti delle superiori in presenza e ci adeguiamo».
Nessuna opposizione?
«Non possiamo opporci a una scelta che ricade su tutto il territorio nazionale, sarebbe violare la legge. Dal 7 gennaio in Toscana torneranno in aula solo gli alunni di elementari e medie».
Che cosa pensa di questa scelta governativa notturna che sembra aver amareggiato presidi, insegnanti, studenti e genitori?
«Rappresento un’istituzione. E le istituzioni non devono far polemica. Sono sempre stato favorevole a riaperture mirate e mi sono battuto perché la mia Toscana da rossa tornasse arancione e gialla. Ma per quattro giorni di chiusure non faccio drammi. Rimane il principio: eravamo pronti».
Non ha la sensazione che il governo sbandi?
«Serve slancio, una spinta costruttiva all’esecutivo».
Un Conte ter?
«No comment».
Torniamo al virus. La variante inglese non la spaventa? Firenze è amatissima e molto frequentata dal popolo britannico.
«Ascolto gli scienziati, che dicono che la variante inglese ha un contagio più veloce ma per fortuna può essere contrastata dai vaccini».
Poi c’è quella Sudafricana, purtroppo…
«Sappiamo ancora poco di questa variante. La Toscana è pronta alla battaglia contro il virus con i vaccini che, quando arrivano da Roma, sappiamo utilizzare velocemente. Poi ci sono gli anticorpi monoclonali. Abbiamo creato una fondazione, la Tuscany Science and Life, che ha come coordinatore scientifico Rino Rappuoli. È un’eccellenza. Gli anticorpi monoclonali sono in produzione negli stabilimenti Menarini».
È stata una sorpresa Però le istituzioni non devono polemizzare