Merkel inasprisce il lockdown: contatti al minimo
Di fronte all’espandersi della pandemia, che nelle ultime 24 ore ha registrato 12 mila nuovi contagi e quasi mille decessi, la Germania adotta nuove e più severe misure restrittive, nel tentativo di riprenderne il controllo. Oltre a prolungare l’attuale lockdown fino al 31 gennaio, il governo federale e i premier dei 16 Länder hanno deciso di introdurre una forte limitazione alla libertà di movimento negli hotspot del Covid-19: in futuro, i residenti nelle aree che registrano un’incidenza superiore a 200 nuovi contagi per 100 mila abitanti nell’arco di una settimana, non potranno allontanarsi più di 15 chilometri dal loro domicilio, tranne che per ragioni essenziali e provabili. Finora questa misura era in vigore soltanto nel Land orientale della Sassonia.
Altre restrizioni riguardano le riunioni private, finora consentite a 5 persone di due nuclei familiari e che da ora in poi sono limitate alla visita di una sola persona esterna alla famiglia. Vengono anche rafforzate le misure per evitare il rischio che versioni mutate del virus, come quella scoperta in Gran Bretagna, giungano in Germania: chi proviene da Paesi a rischio, dovrà non solo mostrare un tampone negativo non più vecchio di 48 ore, ma anche sottoporsi a una quarantena di 10 giorni che verrà controllata in modo più severo.
Il lockdown attuale impone la chiusura totale di ristoranti, bar, negozi, palestre, cinema, teatri, saune e centri estetici. Rimangono chiuse fino a fine mese anche scuole e nidi, che fino al 16 dicembre scorso erano invece state esclusi dalla serrata generale. Per compensare i genitori che lavorano, il governo prevede assegni familiari extra. È passata insomma la linea della cancelliera. «Dobbiamo limitare ancora di più i contatti e chiediamo ai cittadini di ridurli al minimo assoluto», ha detto al termine del vertice con i premier Angela Merkel, secondo cui le nuove misure, «ancorché dure, sono assolutamente giustificate». Una prima verifica della loro efficacia è prevista per il 25 gennaio. Il dato dei 12 mila nuovi contagi è in realtà fuorviante, poiché in questi giorni di festa non solo sono stati effettuati meno tamponi, ma anche i Gesundheitsaemter, gli uffici sanitari, non hanno trasmesso regolarmente i loro dati al Robert Koch Institut. Più significativi sono i dati della mortalità, quasi ai massimi dalla primavera, e dell’incidenza, che nella media nazionale rimane intorno a 135 nuovi contagi per 100 mila persone in una settimana e raggiunge addirittura quota 300 in Sassonia. Merkel ha ribadito che l’obiettivo è di riportare l’incidenza della pandemia sotto 50.
Prosegue intanto tra le polemiche la campagna di vaccinazione. Dal suo inizio in Germania, poco dopo Natale, sono state finora 317 mila le persone alle quali è stata inoculata una prima dose del vaccino di BionTech-Pfizer. Troppo poco, secondo i critici del governo, in primo luogo la conservatrice
Bild Zeitung, sempre pronta a sfruculiare il sentimento populista, che rimprovera alla cancelliera di aver privilegiato la soluzione europea, affidando gli acquisti e la distribuzione dei vaccini alla Commissione Ue. Merkel ha risposto per le rime, ribadendo che il suo governo «non vuole alcuna soluzione nazionale». Ma il tema della lentezza nelle vaccinazioni, relativa naturalmente se paragonata ai drammatici ritardi dell’Italia, viene sollevato e crea tensioni anche all’interno del governo, dove la Spd rovescia la responsabilità sul ministro della Salute Jens Spahn. Che un problema esista conferma la decisione del vertice di ieri, che ha posto l’obiettivo di 4 milioni di dosi da consegnare ai centri di vaccinazione entro il 1° febbraio.
La situazione
Finora 317 mila le persone alle quali è stata inoculata una prima dose del vaccino di BionTech-Pfizer