La girandola di nomi per trovare un’uscita Orlando vicepremier, 3 ministri a Italia viva
Spunta l’ipotesi Cartabia per Palazzo Chigi
Matteo Renzi, dicono ROMA dal Pd, gioca «a nascondino» con Giuseppe Conte. Nel senso che dopo aver lanciato parecchi sassi, ora nasconde la mano e fa cuocere Palazzo Chigi e la maggioranza in un brodo bollente fatto di supposizioni e ipotesi tutte da verificare. Tra queste, quella più accreditata, è quella di nuovo governo, battezzato dal Quirinale, con la stessa maggioranza. Renzi vorrebbe un nome diverso da Conte e tra questi, l’unico che non è sgradito neanche ai 5 Stelle è quello di Marta Cartabia.
Narra la leggenda che quando divenne sindaco di Firenze, Renzi si rinchiuse nel suo ufficio alle due del pomeriggio con una lista che, prima delle otto di sera, era cambiata una decina di volte. Lo stesso accadde quando divenne premier: due giorni prima dell’annuncio ufficiale, nel suo foglietto scritto a mano risultava ministro del Lavoro Mauro Moretti, della Giustizia Livia Pomodoro, dell’Economia Graziano Delrio. Inutile dire che andò molto diversamente. Ora quel che si dice è che Italia viva, sempre che si vada davvero a un maxirimpasto, vorrebbe tre ministri (ora sono due e i sondaggi non autorizzerebbero un aumento, ma questa è la richiesta). In pole position c’è Ettore Rosato, che potrebbe finire all’Interno al posto di Luciana Lamorgese. Ministro debole
perché tecnico e quindi più facilmente sacrificabile, ma forte perché voluta dal Quirinale. L’altro nome renziano è quello di Maria Elena Boschi. I dubbi non mancano, visto che è un nome divisivo. Ma, dicono al Pd, «Matteo sta facendo tutto questo casino solo per dare un posto alla Boschi». Se passasse, finirebbe probabilmente al posto di Nunzia Catalfo, il ministro più debole della compagine M5S.
Il Pd avrebbe la sua contropartita con un ministero di peso. C’è in piedi l’ipotesi di uno o due vicepremier. Uno, considerato con favore da Pd e Iv, sarebbe Andrea Orlando. Ma i 5 Stelle non considerano del tutto Conte uno dei loro e vorrebbero un vicepremier affiancato (Luigi Di Maio). Se saltasse lo schema, Orlando potrebbe diventare sottosegretario al Recovery, andare all’Interno o alla Giustizia, dove è già stato. E in quel caso potrebbe diventare capo delegazione dem al posto di Dario Franceschini. L’altro nome di peso che il Pd può giocare è quello di Delrio, che potrebbe sostituire Paola De Micheli ai Trasporti. In quel caso, il posto di capogruppo alla Camera potrebbe essere preso proprio da Orlando.
Gran confusione in casa 5 Stelle, dove il gioco di correnti e inimicizie, e una leadership inesistente, non consentono chiarezza. Se la Catalfo venisse sostituita, potrebbe ventilarsi una promozione per il viceministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri. Critiche piovono su Vincenzo Spadafora e su Riccardo Fraccaro, oltre che su Alfonso Bonafede. L’unica che pare inattaccabile, nonostante le polemiche, è Lucia Azzolina. Quanto a Conte sta pensando di delegare i servizi segreti al segretario generale Roberto Chieppa o al capo di gabinetto Alessandro Goracci.
Tra i 5 Stelle
Azzolina sembra salda pure dopo le polemiche Critiche su Spadafora, Fraccaro e Bonafede