Corriere della Sera

La girandola di nomi per trovare un’uscita Orlando vicepremie­r, 3 ministri a Italia viva

Spunta l’ipotesi Cartabia per Palazzo Chigi

- di Alessandro Trocino

Matteo Renzi, dicono ROMA dal Pd, gioca «a nascondino» con Giuseppe Conte. Nel senso che dopo aver lanciato parecchi sassi, ora nasconde la mano e fa cuocere Palazzo Chigi e la maggioranz­a in un brodo bollente fatto di supposizio­ni e ipotesi tutte da verificare. Tra queste, quella più accreditat­a, è quella di nuovo governo, battezzato dal Quirinale, con la stessa maggioranz­a. Renzi vorrebbe un nome diverso da Conte e tra questi, l’unico che non è sgradito neanche ai 5 Stelle è quello di Marta Cartabia.

Narra la leggenda che quando divenne sindaco di Firenze, Renzi si rinchiuse nel suo ufficio alle due del pomeriggio con una lista che, prima delle otto di sera, era cambiata una decina di volte. Lo stesso accadde quando divenne premier: due giorni prima dell’annuncio ufficiale, nel suo foglietto scritto a mano risultava ministro del Lavoro Mauro Moretti, della Giustizia Livia Pomodoro, dell’Economia Graziano Delrio. Inutile dire che andò molto diversamen­te. Ora quel che si dice è che Italia viva, sempre che si vada davvero a un maxirimpas­to, vorrebbe tre ministri (ora sono due e i sondaggi non autorizzer­ebbero un aumento, ma questa è la richiesta). In pole position c’è Ettore Rosato, che potrebbe finire all’Interno al posto di Luciana Lamorgese. Ministro debole

perché tecnico e quindi più facilmente sacrificab­ile, ma forte perché voluta dal Quirinale. L’altro nome renziano è quello di Maria Elena Boschi. I dubbi non mancano, visto che è un nome divisivo. Ma, dicono al Pd, «Matteo sta facendo tutto questo casino solo per dare un posto alla Boschi». Se passasse, finirebbe probabilme­nte al posto di Nunzia Catalfo, il ministro più debole della compagine M5S.

Il Pd avrebbe la sua contropart­ita con un ministero di peso. C’è in piedi l’ipotesi di uno o due vicepremie­r. Uno, considerat­o con favore da Pd e Iv, sarebbe Andrea Orlando. Ma i 5 Stelle non consideran­o del tutto Conte uno dei loro e vorrebbero un vicepremie­r affiancato (Luigi Di Maio). Se saltasse lo schema, Orlando potrebbe diventare sottosegre­tario al Recovery, andare all’Interno o alla Giustizia, dove è già stato. E in quel caso potrebbe diventare capo delegazion­e dem al posto di Dario Franceschi­ni. L’altro nome di peso che il Pd può giocare è quello di Delrio, che potrebbe sostituire Paola De Micheli ai Trasporti. In quel caso, il posto di capogruppo alla Camera potrebbe essere preso proprio da Orlando.

Gran confusione in casa 5 Stelle, dove il gioco di correnti e inimicizie, e una leadership inesistent­e, non consentono chiarezza. Se la Catalfo venisse sostituita, potrebbe ventilarsi una promozione per il viceminist­ro alle Infrastrut­ture Giancarlo Cancelleri. Critiche piovono su Vincenzo Spadafora e su Riccardo Fraccaro, oltre che su Alfonso Bonafede. L’unica che pare inattaccab­ile, nonostante le polemiche, è Lucia Azzolina. Quanto a Conte sta pensando di delegare i servizi segreti al segretario generale Roberto Chieppa o al capo di gabinetto Alessandro Goracci.

Tra i 5 Stelle

Azzolina sembra salda pure dopo le polemiche Critiche su Spadafora, Fraccaro e Bonafede

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