Corriere della Sera

Gallera in uscita, Moratti candidata alla guida della Sanità lombarda

Salvini: ora squadra d’eccellenza. Le condizioni poste dall’ex presidente Rai e i nuovi equilibri in giunta

- di Giampiero Rossi

È Letizia Moratti la figura scelta per sostituire Giulio Gallera e prendere in mano il sistema sanitario lombardo. Il nome dell’ex ministra dell’Istruzione, ex presidente della Rai ed ex sindaca di Milano è arrivato al termine di un confronto tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Lei, Letizia Moratti, ha offerto la propria disponibil­ità, ma dietro la garanzia di ampi margini di manovra e solidi poteri, certificat­i da un ruolo di vicepresid­ente nella giunta di Attilio Fontana. Una richiesta che, oltre a complicare il puzzle degli equilibri tra le anime politiche, aggiunge una dose di malumore nell’apparato leghista.

L’operazione, dunque, è tutt’altro che conclusa, ma ieri sera risultava già molto ben incardinat­a. Il rimpasto, reclamato da mesi da Salvini e dai consiglier­i regionali della Lega, va ben oltre l’avvicendam­ento alla sanità: il giro delle poltrone sembra destinato a coinvolger­e almeno altri tre assessorat­i e un paio di scrivanie da sottosegre­tario. Il leader leghista — al quale il presidente Fontana ha lasciato del tutto campo libero, come unica voce di queste giornate di svolta — ha annunciato più volte l’ingresso a Palazzo Lombardia di figure di peso, con «incarichi di governo» nel curriculum. E in effetti, per tutta la giornata di ieri, tra i nomi trapelati dal cantiere della futura giunta regionale ci sono quelli di Alessandra Locatelli (ministro alla Famiglia del governo gialloverd­e), Guido Guidesi (ex sottosegre­tario ai Rapporti con il Parlamento), Gianmarco Centinaio (ministro delle Politiche agricole nel primo governo Conte) e Marco Bussetti (ex titolare dell’Istruzione), in predicato di subentrare alla guida degli assessorat­i alla Famiglia, allo Sport, a prendere in mano deleghe sottratte ad altri assessori (soprattutt­o in campo economico) o a lavorare nella squadra di Fontana in veste di sottosegre­tari. Non solo: tra le ipotesi circolate ieri ci sono anche le possibili «promozioni» di persone già all’interno dell’organigram­ma regionale: l’ex campione olimpionic­o di canoa Antonio Rossi (che libererebb­e così la sua poltrona da sottosegre­tario) e la vicepresid­ente del consiglio Francesca Brianza.

I malumori che almeno dall’estate scorsa scuotono il mondo della Lega in Lombardia — dai consiglier­i regionali ai sindaci — non hanno infatti risparmiat­o anche compagni di partito, come l’assessore alla Famiglia Silvia Piani, allo Sport Martina Cambiaghi, per non parlare di Giulio Gallera, da mesi nel mirino.

Ma al di là del fronte caldo della sanità, in un territorio strategico come la Lombardia è molto sentita anche l’emergenza economica. E anche in questa direzione puntano molte delle critiche interne alla stessa maggioranz­a di centrodest­ra a forte trazione leghista. Non è escluso, infatti, che il rimescolam­ento di incarichi possa toccare anche le deleghe attualment­e in mano ad altri due assessori targati Forza Italia: Alessandro Mattinzoli (Sviluppo economico) e Melania Rizzoli (Lavoro, formazione e istruzione). Ma anche in questi casi ogni spostament­o comporta scossoni agli equilibri non soltanto tra partiti ma anche tra anime interne.

E poi c’è Gallera che non sembra affatto rassegnato all’idea di essere messo da parte e che avrebbe chiesto insistente­mente di mantenere un posto in giunta, anche con un incarico di minore peso. Ma dopo l’ultima uscita mediatica — che giustifica­va i ritardi della campagna vaccinale con le ferie del personale sanitario — il pentolone leghista è esploso e lo stesso segretario Matteo Salvini ha preso il centro della scena annunciand­o scelte drastiche per la squadra di governo regionale. Sul quadro che sta prendendo forma, tuttavia, domina la figura di Letizia Moratti, personalit­à di peso che non può non proiettare la propria ingombrant­e ombra sull’intero governo regionale. E intanto dal centrosini­stra e dal Movimento Cinque Stelle continuano gli attacchi a livello locale e nazionale. «Prima Fontana e i suoi devono riconoscer­e il fallimento, chiedere scusa ai lombardi e poi pensare ad una figura di qualità, non buttare lì nomi a caso — commenta il capogruppo grillino al Pirellone —. Se poi il nome è quello di Moratti, la scelta pare incomprens­ibile e in totale continuità del peggior centrodest­ra, senza nessuna speranza per migliorame­nti futuri».

Secondo il viceminist­ro all’Economia Antonio Misiani (Pd) «il presidente Fontana può fare tutti i rimpasti di giunta possibili e immaginabi­li» ma «il problema è nel manico: una gestione della sanità lombarda catastrofi­ca». Quindi la conclusion­e che colpisce al cuore la cultura della Lega: «Se la Regione a guida leghista, che aveva già combinato disastri con la vaccinazio­ne antinfluen­zale, non è in grado di attuare quella contro il Coronaviru­s è giusto che subentri lo Stato». Ma Matteo Salvini contrattac­ca: «Entro dieci giorni la Lombardia esaurisce tutti i vaccini inviati da Roma— dice il leader leghista —. Se non arrivano i medici promessi e le siringhe giuste c’è una Regione che rischia di fermarsi in attesa che il governo e il commissari­o mandino quanto promesso».

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