Corriere della Sera

La scelta di Letizia da «civil servant»: senza Gian Marco la decisione più difficile

- di Elisabetta Soglio

La cosa più complicata, in queste ore complicate, è non avere Gian Marco al fianco. Perché ogni decisione della vita profession­ale (e non solo, ma di quella stiamo parlando) di Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti era stata presa in simbiosi con il marito. E quindi adesso è difficile reggere il peso di queste pressioni da sola: certo, ci sono i figli e tante persone fidate intorno. Ma con Gian Marco era un’altra cosa. Restano però ben solidi i valori condivisi per anni dalla coppia e uno di questi è il senso dello Stato e delle istituzion­i. Gian Marco Moratti aveva sempre elogiato le grandi capacità gestionali e managerial­i della moglie e l’aveva per questo incoraggia­ta ad accettare gli importanti ruoli pubblici che lei ha ricoperto in un crescendo di visibilità, come presidente della Rai (prima donna con questo incarico, dal ’94 al ’96), ministra dell’Istruzione e della Ricerca (dal 2001 al 2006) e poi sindaca di Milano, un’altra volta prima donna sulla prima poltrona di Palazzo Marino dal 2006 al 2011. Proprio durante quella campagna elettorale Gian Marco Moratti, solitament­e schivo, si era esposto: «Ho trascorso con lei 36 anni felici e spero possa diventare sindaco di Milano perché potrà fare del bene a tante persone e perché è una gran lavoratric­e».

Lavoratric­e, e non ci sono dubbi: figlia di famiglia agiata e borghese, Brichetto Arnaboldi difende a spada tratta la sua indipenden­za e autonomia. La ragazza è una che si laurea a 21 anni, il venerdì, e il lunedì è assistente universita­rio; una che a 25 anni fonda la sua prima azienda di brokeraggi­o lasciando la società del padre e ripartendo da zero; una che, «innamorata follemente» di Gian Marco gli chiede la separazion­e dei beni «per non dipendere da nessuno» e spiega subito che non lascerà il lavoro neppure quando arriverann­o i figli.

Una che però ha avuto in lui sempre il primo e più fidato consiglier­e. Ecco, ieri Gian Marco non c’era mentre fioccavano le telefonate e procedevan­o le trattative. Perché va bene lo spirito da «civil servant» e va bene l’attaccamen­to alle istituzion­i: però se si torna in campo bisogna che il ruolo sia all’altezza del cursus honorum maturato. Chi l’ha chiamata in causa ha puntato sul fatto che una persona abituata a stare sempre in prima fila nell’impegno profession­ale, pubblico o privato che sia, fatica a stare in panchina, per tornare alla metafora calcistica. E che quest’estate, dopo le dimissioni da presidente di Ubi Banca al termine dell’operazione di Intesa Sanpaolo che aveva lanciato l’offerta pubblica sull’istituto concorrent­e, forse anche a Letizia Moratti, che a 71 anni ha energia e voglia di fare, è venuto un po’ il desiderio di cominciare una nuova avventura.

Certo, gli impegni in agenda non le mancano: perché c’è San Patrignano, che proprio questi giorni è tornato alla ribalta e di cui ha parlato giusto un giorno fa per difendere l’esperienza, il lavoro e le speranze dei suoi «ragazzi», quelli che la salutano «Ciao Letizia» quando arriva ogni week end. C’è la Fondazione E4Impact che si occupa di formare giovani africani perché possano poi aiutare i loro Paesi a progredire; ci sono le aziende della famiglia Moratti. E ci sono anche i nipotini, la più grande alla quale piace leggere libri con la nonna, i piccoli che quando sono a Milano vivono vicino a lei, nello stesso palazzo affacciato sulle guglie del Duomo. Ma era stata lei a promettere al marito che sarebbe andata avanti come avrebbe fatto se lui fosse stato qui. E se lui fosse stato qui l’impegno pubblico di Letizia Moratti non si sarebbe fermato.

Poi, certo, dipende: la proposta di (ri)candidarsi a sindaco non ha trovato terreno fertile. Ma la Regione, pur sapendo che è una situazione complicata, che ci sono quintali di problemi e altrettant­e aspettativ­e: la Regione, perché no?

Non profit

Letizia Moratti da sempre attiva nel non profit, con E4Impact e San Patrignano

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Da luglio 1994 ad aprile 1996 ricopre l’incarico di presidente della Rai
Presidente della Rai Da luglio 1994 ad aprile 1996 ricopre l’incarico di presidente della Rai
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Il mandato alla guida di Palazzo Marino da giugno 2006 fino al giugno del 2011
Sindaca di Milano Il mandato alla guida di Palazzo Marino da giugno 2006 fino al giugno del 2011
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L’assegnazio­ne dell’Expo 2015 Nel 2008 la scelta del Bureau Internatio­nal des Exposition­s cade su Milano

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