«Da bambina facevo recitare i miei fratelli più piccoli Metto sempre gli stessi abiti»
La regista: molti teatri rischiano di non riaprire mai più
Èfinito un anno spaventosamente straordinario.
«È stato il tempo dell’Apocalisse. Qualcosa che ha cambiato le vite di tutti, che lascerà conseguenze inimmaginabili» avverte Emma Dante, regista di prosa, cinema, lirica di audace visionarietà, capocomica della compagnia Sud Costa Occidentale, con cui ha dato vita a spettacoli di forte impatto emotivo, vincitori di ben quattro Premi Ubu. Da mPalermu a La Scimia, da Le pulle a Le sorelle Macaluso, a Bestie di scena.
Un anno vissuto pericolosamente per chi, come lei, fa un teatro ad alto tasso di fisicità?
«In realtà io sono molto prudente, osservo tutte le norme di sicurezza, ho annullato quasi ogni impegno, dalla Bohème al San Carlo alle repliche di Misericordia, il mio ultimo lavoro. Il mio modo di far teatro, che mette i corpi in primo piano, può vivere solo sulla scena. Mandarlo sul web non avrebbe senso, lo streaming snatura l’opera. Ciò nonostante sì, qualche rischio l’ho corso. A Pavia, mentre allestivo l’Ifigenia in Tauride di Gluck un cantante si è ammalato di Covid ed è iniziato il calvario dei tamponi. Per fortunata negativi. Prove interrotte, tutto rimandato. Sperando nei vaccini».
Ha fiducia nel vaccino?
«Non vedo l’ora di farlo. Non vedo l’ora che tutti lo facciamo. E tornare a vivere e lavorare non più virtualmente. I teatri hanno patito tanto da queste chiusure forzate, a volte incomprensibili visto che sono tra i luoghi più controllati. Molti non riapriranno. Come tanti sono gli attori, i musicisti costretti a cambiare lavoro. Un patrimonio di cultura e arte che sta sparendo. A soccombere saranno i più fragili, i meno tutelati. La stessa logica del Covid».
Insomma, un castigo di Dio su tutti i fronti.
«Eppure qualcosa ci ha insegnato. Ci ha mostrato la vacuità di tanti nostri comportamenti, la frenesia di spostarsi continuamente, la nevrosi dello shopping. L’ossessione degli aperitivi, del bere per stordirsi, del cibo spazzatura... Un consumismo insensato nocivo per noi