Corriere della Sera

«Quel muro a Gorizia che in realtà non è mai esistito»

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Aproposito della scelta di proclamare le «due Gorizia» capitali europee della cultura per il 2025, per la terza volta da agosto, ho letto sul Corriere di un muro che divideva le città dal dopoguerra alla caduta del comunismo.

Sono stato dirigente della Polizia di Frontiera di Gorizia per un decennio dal 1968, in pieno regime titoista nell’allora Jugoslavia e posso garantire che non ho mai visto muri se non un muretto di circa 40 centimetri di sostegno ad una rete a maglie larghe che delimitava le due città dal piazzale della stazione ferroviari­a di Monte Santo in Slovenia all’adiacente via San Gabriele.

Eppure mi capita di continuare a leggere dell’esistenza di un «muro goriziano». Ciò evidenteme­nte è frutto di un’errata conoscenza dei fatti. A titolo di cronaca mi limito a citare il transito in corsa per Gorizia del giro ciclistico d’Italia nel maggio 1971 con destinazio­ne Lubiana e gli sconfiname­nti di militari italiani in libera uscita che venivano catturati e riconsegna­ti al mio Ufficio.

Spero sia possibile prima o poi, in qualche modo, ristabilir­e la realtà che fra le due città esiste fin dall’epoca comunista ponendo in risalto che i rapporti fra le due comunità sono il risultato di una politica di ottime relazioni fra gli organi politici e amministra­tivi delle due Comunità prescinden­do dalla forma istituzion­ale dei due Stati.

Giuseppe Vollono Milano

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