Opec, compromesso sui tagli Il petrolio oltre i 50 dollari
Mosca contro l’Arabia Saudita, poi l’accordo: più produzione per Russia e Kazakistan
Per la prima volta da febbraio 2019 il prezzo del petrolio di qualità Wti supera quota 50 dollari al barile. A New York il Light crude è salito ieri del 5,3%% a 50,14 dollari mentre il Brent è cresciuto del 4,4% a 53,08 dollari. Questi i primi effetti sulle quotazioni del greggio dopo l’accordo raggiunto ieri sera dai Paesi Opec+, che hanno trovato un compromesso tra le posizioni dell’Arabia Saudita, che voleva limitare la produzione del greggio e quella della Russia e di altri Paesi produttori, tra cui il Kazakistan, che avrebbero voluto aumentare i quantitativi estratti.
L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ha confermato che solo a Russia e Kazakistan è stato consentito di aumentare leggermente la produzione nei prossimi due mesi, mentre gli altri partecipanti all’accordo Opec+ dovrebbero continuare a mantenere la stessa quantità di petrolio estratta come a gennaio.
In base all’accordo la Russia aumenterà la produzione di 65 mila barili al giorno a febbraio e marzo, mentre il Kazakistan farà crescere le estrazioni di 10 mila barili al giorno nello stesso periodo. Nel complesso, il livello dei tagli alla produzione di petrolio diminuirebbe da 7,2 milioni di barili al giorno a gennaio a 7,125 milioni di barili a febbraio e 7,05 a marzo.
In pratica l’Arabia Saudita ha offerto di farsi carico di un taglio extra alla produzione, nell’ordine di 400.000 barili al giorno, a febbraio e marzo. Una decisione «volontaria» che consente a Russia e Kazakistan un aumento combinato della propria produzione pari a complessivi 75.000 barili al giorno sia a febbraio che a marzo. Questa l’intesa raggiunta dopo due giorni di colloqui che hanno visto Russia e Arabia Saudita su posizioni contrapposte.
I Paesi del gruppo Opec+, formato dai membri dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) e i produttori al di fuori del Cartello
guidati dalla Russia, rischiavano di mettere a repentaglio i risultati raggiunti dall’accordo dello scorso aprile 2019 «per benefici di breve durata» e «illusori», aveva dichiarato il ministro dell’Energia saudita, principe Abdulaziz bin Salman, intervenendo alla 13esima riunione ministeriale Opec e non Opec organizzata in video conferenza. Il ministro saudita ha sottolineato a più riprese come l’incertezza del mercato petrolifero sia ancora molto alta, nonostante l’avvio dei piani di vaccinazione contro il
Covid-19 a livello globale.
Durante la riunione di ieri i Paesi membri dell’alleanza Opec+ avevano un orizzonte temporale limitato in vista degli sviluppi futuri dell’economia mondiale. Dopo l’ultimo vertice che si era svolto dal 30 novembre al 3 dicembre, i ministri dell’Opec+ avevano concordato un lieve aumento della produzione di 500 mila barili di petrolio al giorno per il mese di gennaio, riducendo l’entità dei tagli decisi lo scorso agosto.
I due Paesi potranno aumentare l’estrazione di 65 mila e 10 mila barili al giorno