Fusione Stellantis, i sindacati chiedono incontro a Tavares sul futuro degli stabilimenti
Chiedono di capire. Il piano industriale, il ruolo che verrà assegnato all’Italia — intesa come stabilimenti e marchi — gli investimenti in ricerca. In breve, all’indomani della fusione tra Fca e Psa che ha dato vita a Stellantis — e che in Borsa è stata accolta da un poco significativo calo dello 0,27% delle azioni Fca — i sindacati vogliono conoscere il futuro dei lavoratori del quarto gruppo mondiale dell’automobile.
Il pensiero di Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim e responsabile Auto, sintetizza bene la posizione delle diverse sigle. Fermo restando che la nascita di Stellantis èsarà «una grossa opportunità per le due realtà che si sono fuse, perché il settore impone investimenti sempre più rilevanti, soprattutto per il cambio di motorizzazioni, il confronto con la nuova realtà partirà dai nuovi piani industriali. Per noi è importante il ruolo che verrà assegnato all’Italia a partire dalla ricerca, al rilancio dei marchi italiani come Alfa Romeo, Maserati, Fiat e 500 e all’ulteriore sviluppo delle produzioni Jeep con l’obiettivo di mettere in sicurezza stabilimenti e occupazione».
Per questo i sindacati concordano sull’importanza di monitorare i piani industriali futuri di Stellantis per evitare contraccolpi su stabilimenti e occupazione. Con la richiesta, anche, di un incontro chiarificatore con il ceo della nuova entità, Carlos Tavares. E non solo. «Abbiamo inoltrato anche la richiesta di incontri sindacali a vari livelli: nazionale, europeo e mondiale — aggiunge Uliano — e nei prossimi giorni ci assicureremo che vengano definiti nel breve tempo le delegazioni di negoziazione tra i diversi paesi».
Un confronto tra Italia e Francia che, a detta dei sindacati, non deve però sfociare da parte dei rispettivi esecutivi in eccessi di nazionalismo. «Abbiamo sollecitato anche il governo a fare la sua parte. Pensiamo — aggiunge il segretario nazionale Fim — che possa evitare innanzitutto che nascano nazionalismi. Ma siamo fiduciosi sul fatto che non ci saranno».
All’esecutivo i sindacati chiedono un’ulteriore spinta sul fronte degli incentivi. «In questo senso — conclude Uliano — il Recovery Plan può essere un’opportunità importante». La ripartenza produttiva nel terzo e quarto trimestre del 2020 — dopo un inizio anno inevitabilmente in calo per il lockdown — è dovuta, secondo l’analisi del sindacato, proprio a una ripresa del mercato grazie a incentivi più corposi e strutturati a livello nazionale ed europeo. Ma anche il nuovo approccio al mercato ha funzionato: innegabili gli effetti positivi determinati dalla nuova 500 full electric, dai lanci degli ibridi di Jeep Compass, Renegade, Panda e dai buoni risultati dei veicoli commerciali, che rappresentano oltre un terzo della produzione complessiva.
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Il calo in Borsa delle azioni Fca all’indomani della fusione