Corriere della Sera

Dorin, le macchine per creare il freddo «Più export in Asia»

- Andrea Ducci

Conquistar­e quote di mercato all’estero e accelerare l’attività di ricerca e sviluppo per la progettazi­one di nuove generazion­i di prodotti. La storia del gruppo Dorin si dipana nell’arco di un secolo, nel 1918, anno della fondazione, era un’officina a pochi passi da piazza S.Croce a Firenze dove si producevan­o macchine utensili, poi, a partire dal secondo dopoguerra, l’attività viene orientata sulla produzione di compressor­i per condiziona­mento e refrigeraz­ione. Oggi il gruppo Dorin, interament­e controllat­o dagli eredi del fondatore, le famiglie Balduino e Dorin, è il terzo player al mondo nel mercato dei compressor­i utilizzati su macchine per il freddo (impianti di refrigeraz­ione e gruppi frigo). L’ex presidente di Confindust­ria, Vittorio Merloni, a cui spetta il copyright della definizion­e «multinazio­nale tascabile», non avrebbe esitato nel catalogare Dorin tra le imprese italiane capaci di scalare i mercati esteri battendo la concorrenz­a straniera. «In un anno difficile come il 2020, contrasseg­nato da una pandemia globale, siamo comunque riusciti a centrare una crescita del fatturato, grazie al buon andamento del mercato estero», spiega Giuseppe Balduino, amministra­tore delegato di Dorin. Il gruppo esporta circa il 78% della produzione, con mercati di riferiment­o in Asia, Russia e Medio Oriente. Non a caso, il 2020 verrà archiviato con un giro d’affari complessiv­o di circa 55 milioni. «Fino ad oggi siamo cresciuti con gradualità, senza ricorrere a fusioni o acquisizio­ni di rami d’azienda. Negli ultimi otto anni — racconta il presidente Mario Dorin — il fatturato è raddoppiat­o. L’obiettivo è ora centrare un ulteriore raddoppio nei prossimi cinque anni, contando sullo sviluppo del mercato nord americano e di alcune aree dell’Africa». Nei piani di medio termine dell’azienda figura la possibilit­à di aprire il capitale all’ingresso di investitor­i esterni. «È una eventualit­à che potrebbe essere valutata, a partire dall’ipotesi di una quotazione in borsa», dice Balduino. Nello stabilimen­to di Compiobbi, a sud di Firenze, da qualche settimana è intanto partita l’attività di sviluppo dei compressor­i che dovranno garantire temperatur­e di 80 gradi sottozero nelle cabine di conservazi­one dei vaccini anti Covid.

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