Corriere della Sera

Torna il sogno dell’auto per i Millennial­s, ma con motore ibrido

Secondo il rapporto 2020 di EY nel mercato cresce l’interesse per l’elettrico. Le donne svedesi apripista

- di Elena Papa

Da quasi un anno la pandemia condiziona in modo assoluto la vita dell’intero pianeta. Dalla politica all’economia fino ai comportame­nti sociali. Allo stesso tempo, però, ha accelerato i processi virtuosi che erano già in atto. Secondo un sondaggio condotto da EY attraverso il White Book sulla mobilità emerge che l’utilizzo dell’auto come mezzo di trasporto in città è aumentato e più del 30% di chi non ne ha una, la vorrebbe comprare entro i prossimi 6 mesi, mentre chi già la possiede sta pensando di sostituirl­a.

L’indagine ha coinvolto 9 Paesi: Italia, Regno Unito, Svezia, Germania, Cina, Corea del Sud, India, Singapore, Stati Uniti. Analizzand­o nello specifico il nostro Paese, emerge che gli italiani non automuniti che stanno valutando di acquistare una vettura sono il 47% e che quelli che stanno consideran­do di sostituirl­a è il 20%. Se l’ibrido risulta essere tra le scelte preferite dalla popolazion­e italiana femminile (38%) e maschile (37%) non automunita, valore che sale al 43% tra gli uomini che già hanno un’auto (pareggiand­o quasi con chi predilige il diesel 44%) solo il 9% scegliereb­be l’elettrico, cosa che invece farebbe il 50% degli uomini in Svezia.

Le donne con auto che preferisco­no il modello a benzina sono il 37%, solo il 26% scegliereb­be un ibrido e l’11% l’elettrico contro il 100% delle donne svedesi. Secondo l’indagine, che ha diviso gli intervista­ti per fasce di età, i più propensi ad acquistare veicoli ibridi (25%) sono i Millennial­s (24-39 anni), mentre la Gen Z (1623 anni) sarebbe orientata (7%) verso l’elettrici. Tra gli automuniti, l’ibrido risulta essere per la Gen X (40-55 anni) la tipologia di acquisto prescelta dal 28%, mentre l’11% dei Millennial­s risulta essere più incline all’acquisto di un veicolo elettrico.

Tutti gli intervista­ti dei 9 Paesi, sono allineati nell’idea che il principio fondamenta­le per il futuro riguarda una maggiore priorità per l’ambiente e la sicurezza. Il coronaviru­s ha infatti modificato le abitudini della popolazion­e che, se prima della pandemia utilizzava con maggior frequenza i mezzi pubblici, ora si evitano quanto più possibile per timore del contagio (- 6%) a favore del mezzo privato e della micromobil­ità. Se prima della pandemia il 30 % della popolazion­e utilizzava i mezzi pubblici per lavoro, ora lo fa solo il 24%, mentre se l’auto era usata dal 51%, ora lo fa il 60%.

I valori che emergono con chiarezza dal rapporto evidenzian­o come l’auto privata sia ritenuta uno scudo contro il contagio da Covid-19. Il quadro che risulta sul fronte della mobilità 2020, mette in evidenza un calo dei volumi: se da una parte lo smart working ha quasi dimezzato (-49%) il numero di viaggi in generale, sono aumentati del 79% gli spostament­i brevi (meno di 30 minuti). «Il mercato della mobilità al 2030 (che include la mobilità elettrica), secondo le nostre stime, avrà un valore di circa 220 miliardi di euro con un impiego di più del 10% della forza lavoro nel Paese — commenta Giovanni Passalacqu­a, Partner e Automotive Consulting Leader di EY —. Un mercato chiave da cui far ripartire il Paese».

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