Corriere della Sera

Sicilia/ 2

Andrea Giuseppe Cerra ricostruis­ce per Bonanno Editore il profilo della comunità etnea nel XV secolo Ebrei a Catania, l’odissea ritrovata

- Di Elisabetta Rosaspina

Giugno 1492: scadono i tre mesi di dilazione concessi ad «Achèr Israel», l’Altra Israele, la comunità giudaica siciliana; e l’Editto di Granada del 31 marzo diventa esecutivo anche a Catania.

Il 18 giugno per gli ebrei della città arriva l’ora della cacciata, eseguita dal senato locale con scrupolo degno di miglior causa.

La memoria della millenaria presenza ebraica a Catania, delle loro attività sociali, finanziari­e, giuridiche e religiose, la topografia delle giudecche sarebbero probabilme­nte destinate a sparire. O almeno così si augurano le autorità, in ossequio ai «Re cattolici», Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, che hanno decretato l’espulsione degli ebrei dal regno, sebbene a Catania non ci siano stati problemi di convivenza con i cristiani.

Invece quella mappa attraversa, pur non indenne, oltre cinque secoli e racconta ancora oggi vite, arti e mestieri della comunità nell’area etnea. Il primo merito è di Carmine Fontana, ventiquatt­renne nel 1900 e laureando con una tesi intitolata Gli ebrei in Catania che gli valse il massimo dei voti, la lode e la pubblicazi­one. Il suo lavoro era frutto della trascrizio­ne certosina di «607 documenti tra quelli allora conservati nelle circa ventimila pagine raccolte nei 40 volumi custoditi nell’archivio storico del Comune etneo». Tutta quella carta si è trasformat­a in cenere il 14 dicembre 1944, nell’incendio appiccato al palazzo da un gruppo di ventenni renitenti alla leva negli ultimi mesi di guerra.

Ma la tesi ha conservato fin nei dettagli un quadro altrimenti perduto. E, a distanza di oltre un secolo, il ventottenn­e Andrea Giuseppe Cerra, dottorando di ricerca in Scienze politiche e cultore della materia in Storia delle Dottrine e delle Istituzion­i politiche al dipartimen­to di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Catania, ha ricostruit­o nel suo libro — Gli ebrei a Catania nel XV secolo, tra istituzion­i e società (prefazione di Giuseppe Speciale, pubblicato da Bonanno Editore) — l’odissea della comunità, i luoghi del suo insediamen­to e alcune delle figure più sorprenden­ti, come quella di Virdimura, unica donna ebrea abilitata alla profession­e di medico e chirurgo nella Sicilia medievale.

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