L’ombra dell’Asl «Se c’è un focolaio fermiamo tutto»
Covid, positivo Cuadrado con Alex Sandro I medici: «Con altri casi dovremo valutare»
Senza pace. Il virus maledetto non dà tregua al campionato e sembra che si diverta a condizionare le partite scudetto. L’Inter ha affrontato il derby senza sei positivi di cui tre titolari, Skriniar, Bastoni e Young e una riserva nobile come Gagliardini. La Lazio ha incrociato la Juve priva di Immobile e la squadra di Pirlo, quando Cristiano Ronaldo, si è fermato per il Covid, ha rimediato due deludenti pareggi con Verona (in casa) e Crotone (in trasferta). Il Milan capolista non è stato risparmiato, dall’allenatore Pioli a Ibra, ma non ne ha risentito: lo svedese è tornato proprio contro l’Inter, firmando la doppietta da tre punti.
Ma sino adesso il caso clamoroso è Juve-Napoli. Una storia che è una storiaccia per come si è sviluppata e poi finita, a colpi di carte bollate e sentenze. La prima partita scudetto, dopo sole tre giornate, è ancora da giocare e non ha una data sul calendario. La Asl aveva bloccato la squadra di Gattuso, che aveva due soli positivi, Zielinski e Elmas. Quella di Torino per adesso non ferma lo spareggio tra Milan e Juve, in programma stasera a San Siro, per la positività di Alex Sandro e Cuadrado, ma attende i risultati dei nuovi tamponi e non esclude di mettersi di traverso. «Se dovessero emergere nuovi positivi e ci fosse l’evidenza di un focolaio non controllato, si creerebbe un problema di sicurezza. A quel punto dovremmo intervenire, isolando tutti e bloccando la partenza della Juventus per Milano», dice in maniera netta Roberto Testi, responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria torinese.
Il medico non cita numeri precisi. Si limita a parlare di «focolaio non controllato». Non è al momento il caso della Juventus che ha comunicato, in tempo reale, la positività dei due sudamericani. «Non abbiamo elementi che facciano pensare all’esistenza di un focolaio perché sappiamo come è avvenuto il contagio di Cuadrado e Alex Sandro e tutti gli altri sono negativi». Ma soltanto oggi sapremo l’esito dell’ultimo giro di tamponi, una specie di sentenza. Una Asl, ancora una volta, condiziona il campionato. Quanti dovrebbero essere i positivi per indurre l’azienda torinese a considerare quello bianconero un focolaio? Qui si entra nel campo della discrezionalità, combattuta strenuamente dalla Federcalcio e dalla Lega di serie A. La Asl cittadina voleva bloccare la trasferta del Parma a Udine dopo aver constatato la positività di sei giocatori. L’intervento della Lega ha cambiato il quadro e gli emiliani si sono messi in viaggio e hanno giocato regolarmente. Ora un altro caso intricato.
Il Covid non dà pace. E colpisce tutti indiscriminatamente. Nello scorso campionato ha martoriato soprattutto Fiorentina e Sampdoria, in questa stagione si è accanito con il Genoa, arrivato sino a 18 positivi e costretto a rinviare la partita con il Torino. Ed è facile pensare che le conseguenze dell’epidemia abbiano condizionato il cammino traballante dei rossoblu e fatto perdere il posto all’allenatore Maran. I numeri fanno paura. 131 sono i contagiati dall’inizio del torneo, più quelli non specificati dalla Lazio e tre falsi positivi. In questo avvio di 2021 i casi sono stati già cinque. Non se ne vede la fine.
«A ora nessun rischio» Il Napoli bloccato dopo il contagio di Zielinski e Elmas