Corriere della Sera

Pirlo teme brutte sorprese «Serve grande personalit­à Non dobbiamo avere né problemi né paure»

- Paolo Tomaselli

C’era una volta una squadra d’acciaio che fabbricava vittorie e scudetti. Adesso c'è una Juventus — a 10 punti dalla vetta con una partita da recuperare — che si trova di fronte a delle difficoltà oggettive proprio all’inizio di un ciclo di partite decisive, stasera contro il Milan, poi Sassuolo e Inter, senza dimenticar­e la Supercoppa con il Napoli.

La Juve di prima avrebbe reagito in un modo feroce, questa sembra circondata da un clima strano, nel quale ogni circostanz­a avversa rischia di alimentare la convinzion­e, più o meno inconscia, che non sia l’anno buono per vincere un altro scudetto: l’esempio più recente di questo piano inclinato nel quale Madama rischia di scivolare è quello della clamorosa sconfitta contro la Fiorentina, arrivata poche ore dopo la sentenza che ha ribaltato la vittoria a tavolino sul Napoli. Invece di dare un segnale forte, la Juve si è squagliata e il suo allenatore ha evocato le vacanze natalizie come possibile fonte di deconcentr­azione: se la vecchia anima da combattent­i non c’è più, non è ancora chiaro cosa ci sia al suo posto, dato che i bianconeri non hanno ancora battuto una squadra tra le prime dieci in classifica.

Più che trovare una soluzione all’assenza per infortunio di Morata e alla contempora­nea positività di Alex Sandro e Cuadrado, che sono ben di più di due semplici terzini, Andrea Pirlo deve quindi combattere contro questa pericolosa voce interiore che si fa strada anche tra il popolo bianconero: c’è forse un’occasione migliore di una sfida contro il Milan primo in classifica per dire a tutti che la vera Juve c’è ancora e non ha alcuna intenzione di abdicare?

Certo, la prima da allenatore a San Siro, contro la squadra che per dieci anni è stata la sua vita, Pirlo la sognava diversa. Almeno per quanto riguarda la vigilia: la Juve ieri sera non è partita per Milano, in attesa dell’esito di un ulteriore giro di tamponi. «Per me sarà una serata speciale, anche se della società con cui ho vinto tanti trofei è rimasto solo Paolo Maldini — spiega Pirlo —. Per quanto riguarda le assenze non ci sono alibi, undici giocatori li troveremo . E non avremo né problemi né paura: andiamo a San Siro per comandare il gioco, in una partita molto importante, ma non decisiva».

Il tecnico della Juve chiede ai suoi «grande personalit­à, la stessa voglia dell’avversario di giocarsela a viso aperto, perché sono queste le partite più belle». E qui torna in mente la serata perfetta della Juve al Camp Nou, contro il Barcellona di Messi: la squadra di Pirlo doveva vincere 3-0 per arrivare prima nel girone e ci è riuscita, dimostrand­o che le idee di gioco seminate fin qui possono attecchire: soprattutt­o se sono innaffiate dai gol di Ronaldo, nella sua versione migliore da quando è a Torino.

Al posto di Morata, accanto a Cristiano, dovrebbe esserci ancora Dybala («lunedì aveva la febbre, ieri no» ha spiegato Pirlo), mentre in difesa si dovrebbe rivedere lo scontento Demiral, che ai media turchi ha detto di voler giocare di più ma è stato spesso infortunat­o. Il terzino con licenza di spingere sarà quindi Danilo a sinistra, mentre Chiesa e Ramsey dovrebbero essere confermati. McKennie è in ballottagg­io con Rabiot, che è fresco, essendo l’unico giocatore che per una giornata di squalifica ha saltato due partite: non una cosa da vecchia Juve.

Per me sarà una serata speciale. Gli assenti? Non possono essere un alibi, undici giocatori da mandare in campo li troveremo

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy