Corriere della Sera

Crisi, l’offerta di Conte

Il premier: rafforziam­o la squadra. Gualtieri: un patto di legislatur­a

- Marco Galluzzo

Potrebbe essere l’ultima chance per salvare il governo. Il premier Giuseppe Conte è pronto al rimpasto e a «rafforzare la squadra dell’esecutivo». Un messaggio al leader di Iv, Matteo Renzi che però dice di vedere il capo del governo «troppo sereno». Il ministro dem Roberto Gualtieri chiede «un patto per la legislatur­a».

A due giorni da un Consiglio dei ministri che potrebbe essere decisivo per le sorti della legislatur­a, nonostante gli attacchi di Matteo Renzi e Italia viva, Giuseppe Conte fa «un’apertura nei confronti di Renzi» e sul Recovery plan dice che «ora serve un grande sforzo collettivo». Conferma, ancora una volta, che sta lavorando ad un rimpasto per «rafforzare la solidità della squadra di governo». Due profili senza i quali «diventa arduo perseguire obiettivi che richiedono piena dedizione e acuta lungimiran­za».

Il premier fa anche una consideraz­ione che riguarda il suo carattere: sto ricevendo «molti inviti, anche autorevoli, ad essere paziente, ma io non sono affatto paziente, al contrario sono impaziente», in questo caso di «poter superare le fibrillazi­oni in corso». «Perché il Paese sta soffrendo — aggiunge — e abbiamo una chance storica di poterlo rilanciare e ricostruir­e ancora migliore di prima». Un obiettivo che deve essere affiancato da «una lista di priorità, un programma di fine legislatur­a, cui sto lavorando in queste ore».

A parole insomma Giuseppe Conte ancora ci crede e lancia un’ultima offerta a Iv: in sintesi un rimpasto e un patto di legislatur­a, che gli consentano di conservare la guida del governo. Un auspicio che nelle parole del ministro Luigi Di Maio significa «non dimenticar­si che ci sono milioni di cittadini che aspettano queste risorse per ripartire. Il Recovery è un treno che passa una sola volta».

Condivide e rilancia anche il ministro dem Dario Franceschi­ni: «Credo basti un po’ di buonsenso per evitare una crisi di governo in piena pandemia. Martedì mandiamo il Recovery in Parlamento e subito avviamo un confronto nella maggioranz­a per un patto programmat­ico di legislatur­a».

Un patto che eviterebbe «il colpo dello scorpione» di Renzi, come lo chiama il dem Andrea Marcucci, pensando

ad una crisi al buio. Da parte sua il leader di Italia viva ha riunito i gruppi di Camera e Senato in serata. Fra oggi e domani il testo completo del Recovery plan sarà trasmesso dal capo del governo ai partiti di maggioranz­a. Secondo i patti ci vorranno poi 24 ore per una valutazion­e completa, e quindi il Cdm si dovrebbe tenere martedì, se non addirittur­a lunedì sera. Subito dopo, se il piano dovesse essere approvato dal governo senza scossoni o dimissioni delle ministre renziane, il documento verrà trasferito in Parlamento.

Ma il Cdm sarà in ogni caso lo snodo primario di una crisi di governo che per tanti è ormai quasi scontata: variano gli scenari, ma non è oggetto di discussion­e la possibilit­à che tutto rientri come se nulla fosse. C’è anche un profilo di rapporti privati talmente deteriorat­i, almeno fra gli esponenti di Iv e Conte, che scommetter­e su un crisi al buio non è un azzardo. Se il Pd continua a chiedere a Conte di chiudere in fretta il Recovery, i Cinque Stelle continuano a difendere il premier facendo appello alla «responsabi­lità e al destino del Paese».

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