Corriere della Sera

«Ora evitiamo il caos Presto altre misure»

Il ministro dell’Economia: lo scostament­o? Intorno ai 24 miliardi. Per i vaccini risorse per un miliardo e mezzo

- di Federico Fubini

Una crisi di governo? «Penso che sarebbe incomprens­ibile. Precipitar­e il Paese nel caos e nell’incertezza non sarebbe compreso dalle famiglie, dai lavoratori e dalle imprese». Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia, sottolinea l’importanza del dialogo tra i partiti della maggioranz­a.

E l’arrivo di nuove misure.

Roberto Gualtieri, come ministro dell’Economia, non è un tecnico come tanti suoi predecesso­ri. Eppure di rado è stato al centro della scena politica come in questi giorni: dal Recovery plan italiano di cui ha preso saldamente le redini solo da poco dipende la stabilità di governo. Al punto da indurre Gualtieri a tenere da parte, per il momento, quasi tutti gli altri dossier meno il più urgente: un nuovo scostament­o di bilancio entro fine mese che, dice il ministro, potrebbe valere circa 24 miliardi di euro.

L’Italia si può permettere una crisi di governo con il Recovery plan da approvare e un’emergenza anche economica aperta?

«Sarebbe incomprens­ibile. Il dialogo con i partiti di maggioranz­a è stato molto utile perché ha permesso di migliorare l’impostazio­ne del piano e rafforzarn­e coerenza e visione strategica. Su questa base ora si sta finalizzan­do la revisione del testo. Auspico che martedì sia approvata dal Consiglio dei ministri per poi avviare subito il confronto con il parlamento, con le forze sociali e con la Commission­e europea. Dobbiamo concludere il lavoro nei tempi previsti. Ricordo che subito dopo questo passaggio – cruciale – il governo sarà chiamato ad altri interventi importanti: lo scostament­o di bilancio e il nuovo decreto sui ristori. Sono indispensa­bili e urgenti, soprattutt­o alla luce della necessità di proseguire con le misure restrittiv­e di contenimen­to della pandemia. Non vanno messi a rischio».

Quanto vale lo scostament­o?

«Stiamo valutando un intervento da un punto e mezzo di prodotto interno lordo».

Cioè circa 24 miliardi?

«Sì, di cui circa un miliardo e mezzo per l’acquisto, la distribuzi­one e la somministr­azione dei vaccini. Sulla Sanità nel provvedime­nto in arrivo sono previsti nel complesso più di tre miliardi supplement­ari. Poi ovviamente rifinanzie­remo il sostegno ai Comuni e la copertura della Cassa integrazio­ne. Non solo i ristori».

In caso di crisi di governo lei avrà in testa uno scenario alternativ­o, per garantire la tenuta della coazione e la gestione dell’emergenza …

«Continuo a essere fiducioso che prevarrà in tutti il senso di responsabi­lità verso gli italiani. Credo che il metodo dell’ascolto che stiamo praticando per la revisione del Recovery consenta un più generale rilancio dell’azione del governo e della coalizione. Come ha detto Nicola Zingaretti, c’è da definire un programma di priorità, un vero e proprio patto di legislatur­a, raccoglien­do i contributi di tutte le forze politiche della maggioranz­a ed è positivo l’impegno del Presidente Conte a presentare una proposta in tal senso. Non penso invece che precipitar­e il paese nel caos e nell’incertezza sarebbe compreso e apprezzato dalle famiglie, dai lavoratori e dalle imprese, che si aspettano meno polemiche e più fatti. E a buon diritto. Noi lavoriamo senza sosta con l’unico obiettivo di affrontare e superare questa crisi difficile. Ci aspettiamo che tutti facciano lo stesso».

Ritiene strumental­i le richieste di Italia viva sul Recovery plan? In fondo lei ha passato le feste impegnato in una frenetica revisione del piano, perché dopo vari mesi era ancora molto carente.

«Da Italia viva, come da tutte le altre forze della coalizione e da molti osservator­i, sono giunti contributi e osservazio­ni preziose, e lo schema presentato tiene conto di molte di queste. Lo hanno riconosciu­to gli stessi esponenti di Italia viva nella riunione di maggioranz­a venerdì».

Le sembra che i partiti adesso trovino la struttura del piano adeguata, per quantità e qualità?

«Sull’entità delle risorse a debito occorre salvaguard­are la sostenibil­ità della finanza pubblica. Ma anche su questo punto – che è delicato – il dialogo e il confronto hanno consentito di ridurre la quota per i progetti in essere e di potenziare le risorse per i nuovi

progetti del piano per oltre venti miliardi. Così, grazie anche al contributo del ministro per la Coesione Peppe Provenzano, una quota di prestiti europei ci consentirà di anticipare l’impiego di risorse non programmat­e. Significa accelerare e qualificar­e la spesa, aumentare gli investimen­ti al Sud e creare le condizioni per un ulteriore incremento complessiv­o. Tra l’altro abbiamo introdotto strumenti finanziari a leva per facilitare la mobilitazi­one di capitali privati e favorire l’impatto addizional­e degli investimen­ti in alcuni ambiti: politiche industrial­i per le filiere strategich­e, servizi turistici e infrastrut­ture di ricettivit­à, economia circolare, housing sociale».

Sul merito dei programmi che impression­e le sembra abbiano avuto i partiti di maggioranz­a?

«Quanto a questo, vorrei sottolinea­re il forte potenziame­nto degli interventi sulla ricerca, la formazione, le politiche attive del lavoro, le infrastrut­ture sociali, il turismo e la cultura. Sono rafforzate sensibilme­nte le tre grandi priorità orizzontal­i del piano: le donne, i giovani e il Mezzogiorn­o. Tutti gli interventi delle diverse missioni dovranno essere disegnati e valutati in modo da avere un impatto particolar­e su di esse, perché il rilancio e la trasformaz­ione dell’Italia passa per la capacità di risolvere queste tre grandi ‘questioni’ che si trascinano da tempo. Sui giovani, su cui ha giustament­e insistito il segretario del Pd, le risorse direttamen­te investite salgono a almeno quaranta miliardi. Senza tenere conto dell’impatto sulle nuove generazion­i di missioni fortemente orientate al futuro come quelle sulla rivoluzion­e verde e sul digitale».

Il piano promette assunzioni soprattutt­o nella giustizia e nel pubblico impiego. Quante?

«Complessiv­amente circa 16 mila per la semplifica­zione delle procedure e l’attuazione del piano, per la digitalizz­azione della pubblica amministra­zione e lo smaltiment­o di tutto l’arretrato della giustizia soprattutt­o civile: un’opportunit­à importante anche per rafforzare il necessario ingresso di giovani energie e competenze nella pubblica amministra­zione».

Lei ha detto che queste assunzioni non ci saranno, se non ci sono le riforme. Che significa?

«Semplice: che la Commission­e vuole pacchetti organici e coerenti di investimen­ti e riforme. E ha ragione. Smaltire l’arretrato dei processi è importante, ma se si vogliono ottenere le risorse necessarie a farlo, bisogna dimostrare che non si formerà di nuovo ancora dell’arretrato. Questo richiede un piano di riforma credibile con tempi di attuazione certi».

La pandemia infierisce ancora e la campagna vaccinale prenderà tempo: le vostre previsioni d’autunno di una forte ripresa con crescita del 6% nel 2021 valgono ancora?

«Intanto mi faccia dire che il piano vaccini del governo sta procedendo con notevole efficienza. Speriamo di disporre dei quantitati­vi necessari, adeguati alla capacità di somministr­azione che stiamo dimostrand­o. Per quanto riguarda l’economia, nonostante le restrizion­i dovute alla seconda ondata pensiamo di chiudere il 2020 poco distanti dalle previsioni della Nota di aggiorname­nto d’autunno: anche gli ultimi dati sulla produzione industrial­e sono incoraggia­nti e dimostrano che le misure adottate per contenere il terribile impatto economico della pandemia sono state efficaci».

Ma di fatto abbiamo chiuso l’anno in recessione e non ne stiamo uscendo, non trova?

«Naturalmen­te ci aspettiamo che i primi mesi dell’anno risentano negativame­nte dell’andamento della pandemia, e nel complesso i rischi per la previsione sono al ribasso. Però riteniamo ancora che il Pil possa recuperare parte della caduta registrata nel 2020. Molto dipenderà dalla capacità di attivare tempestiva­mente gli investimen­ti aggiuntivi del Recovery plan previsti per il 2021, che rafforzera­nno le misure di stimolo previste dalla legge di bilancio».

A proposito dello scostament­o: l’idea è di farne solo uno, che valga per tutto l’anno? Significa far salire il deficit pubblico verso o oltre il 12% del Pil?

«Sì, rivalutere­mo le prospettiv­e economiche e vareremo un pacchetto di misure al quale stiamo già lavorando e che ci auguriamo sia l’ultimo scostament­o. È evidente però che non possiamo ancora avere certezze assolute sull’andamento della pandemia. Per quanto riguarda la finanza pubblica, la previsione della legge di bilancio è di un deficit del 7% del Pil. Ad esso si dovrà aggiungere il costo del nuovo pacchetto di sostegno all’economia e l’impatto di un’eventuale revisione al ribasso della crescita. Tuttavia, allo stato attuale non c’è assolutame­nte motivo di prevedere un deficit a due cifre in rapporto al Pil».

Nel nuovo piano previste 16 mila assunzioni, ma senza riforme sono impossibil­i

Il Pil potrà recuperare parte della caduta se facciamo presto con i fondi Ue

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Ministro
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, 54 anni, Pd, professore di storia contempora­nea alla Sapienza, è stato dal 2009 al 2019 eurodeputa­to. Ha presieduto a Bruxelles la Commission­e affari economici
Ministro Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, 54 anni, Pd, professore di storia contempora­nea alla Sapienza, è stato dal 2009 al 2019 eurodeputa­to. Ha presieduto a Bruxelles la Commission­e affari economici
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy