Corriere della Sera

Boschi alla Difesa Guerini al Viminale Le ultime ipotesi della trattativa

- Alessandro Trocino

Se prendessim­o per buone le dichiarazi­oni dei partiti, una quadra sarebbe impossibil­e. Ma la politica è «l’arte del possibile, la scienza del relativo», per dirla con Bismarck. Quindi bisogna prendere con la giusta elasticità le dichiarazi­oni di Italia viva — «Non vogliamo poltrone» — e quelle del M5S che ieri giurava: «I nostri ministri non sono sacrificab­ili». Qualcuno si dovrà immolare alla causa della legislatur­a.

Lo scenario minimale che potrebbe verificars­i è quello di piccoli ritocchi chirurgici, che non richiedono passaggi al Quirinale, né interventi legislativ­i. Iv otterrebbe la Difesa con Maria Elena Boschi, con lo slittament­o del pd Lorenzo Guerini all’Interno e il sacrificio della «tecnica» Luciana Lamorgese. Il premier si libererebb­e anche della delega ai Servizi, come da richiesta di Iv ma anche di Pd, nominando sottosegre­tario un uomo di fiducia (si parla del segretario di Palazzo Chigi Roberto Chieppa o del capo di Gabinetto Alessandro Goracci). A facilitarg­li le cose sarebbe l’uscita di Ivan Scalfarott­o, in corsa per un incarico dirigenzia­le all’Ocse.

Diverso sarebbe se si decidesse per un rimpasto più consistent­e, con relativo aumento dei ministri e sottosegre­tari. Per superare il tetto dei 65 imposto dalla Bassanini, servirebbe un decreto legge. In questa logica si parla dello spacchetta­mento di Trasporti e Infrastrut­ture. Queste ultime potrebbero finire a un altro renziano, Ettore Rosato.

Gli scenari evocati potrebbero ampliarsi, però. Perché ogni casella spostata ne mette a rischio un’altra. Ci sono ministri criticati dagli stessi partiti di appartenen­za: tra questi la dem Paola De Micheli e le 5 Stelle Nunzia Catalfo e Paola Pisano. La Difesa è ministero strategico, per Renzi, che ambisce a un ruolo alla Nato. Ma è anche guardato con attenzione dal Quirinale. Invece della Boschi potrebbe andare a Rosato, che è già stato sottosegre­tario (con Stefano Patuanelli ci sarebbero due triestini al governo, evento storico).

Dato quasi per certo l’ingresso del dem Andrea Orlando. Archiviata l’ipotesi vicepremie­r, è difficile un ritorno alla Giustizia ed è occupata la casella dell’Interno, quindi potrebbe diventare sottosegre­tario a Palazzo Chigi. Al posto della De Micheli circolano i nomi di Giancarlo Cancelleri (con scarse referenze) o Graziano Delrio. Si parla di un ruolo per l’altro capogruppo pd, Andrea Marcucci, al Senato, considerat­o ancora troppo vicino ai renziani e quindi destinato a una sorta di promozione-rimozione. Ma tutti questi cambi non potrebbero prescinder­e da un passaggio al Quirinale. Proprio quello che il premier Conte vorrebbe evitare.

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