Il Cnel: lavoro, situazione «esplosiva»
Alto debito pubblico, bassa natalità, bassa presenza degli under 35 nel sistema produttivo. È questo il mix «esplosivo» che mette a rischio il sistema produttivo e l’equilibrio sociale del Paese. A lanciare l’allarme è il Cnel. E per un una volta il termine allarme non è sprecato. «L’Italia si trova oggi davanti a un drammatico bivio. Da un lato c’è un sentiero stretto e in salita che porta ad una nuova fase di sviluppo economico e sociale. Sull’altro lato c’è un’ampia strada che va verso il declino», scrive il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, richiamando forze politiche e sociali alla responsabilità. Il Consiglio evidenzia che la crisi conseguente alla pandemia ha colpito circa 12 milioni di lavoratori tra dipendenti e autonomi, per i quali l’attività lavorativa è stata sospesa o ridotta, in seguito al lockdown deciso dal governo per limitare l’aumento esponenziale dei contagi. Il mancato rinnovo dei contratti ha riguardato oltre 10 milioni di lavoratori (77,5% del totale). Con l’eliminazione del blocco dei licenziamenti la situazione — viene osservato — potrebbe diventare «esplosiva». Il timore è che una parte degli esuberi sia «assorbita» dall’economia sommersa. «La crisi prodotta dal Covid e dai provvedimenti adottati per contrastare l’emergenza sanitaria ha alterato in
Il presidente Tiziano Treu
«Impatti diversificati per settori, per territori e per gruppi sociali, stanno allargando divergenze e diseguaglianze storiche».
profondità il funzionamento del mercato del lavoro come dell’economia, con impatti diversificati per settori, per territori e per gruppi sociali, allargando divergenze e diseguaglianze storiche — analizza il presidente del Cnel, Tiziano Treu —. Le fratture provocate da questa pandemia seguono linee diverse da quelle presenti in altre crisi, perché non sono correlate con gli usuali parametri economici bensì alle connotazioni strutturali e organizzative che determinano la maggiore o minore esposizione di ciascuna realtà al rischio di contagio. Infatti, gli impatti più gravi si sono verificati non nelle attività manifatturiere, ma in settori ad alta intensità di relazioni personali come il turismo, la ristorazione, le attività di cura, e i servizi in genere».