Basilio, immune a 103 anni. Il web: dovevi cedere la dose
Firenze, l’ospite della Rsa sopravvissuto al lager: «Odiatori online? A me non fanno paura, diteglielo»
«Gli odiatori? E chi mai sono questi giovanotti?», chiede con un sorriso nonno Basilio, 103 anni portati che è un incanto, il più anziano ad essere stato vaccinato in Toscana e «amatissimo ospite» di Villa San Biagio, Rsa di Dicomano, paese di cinquemila anime tra Mugello e Valdisieve.
Quando qualcuno gli spiega che sono personaggi un po’ inquietanti che l’hanno criticato sui «social» perché «così vecchio» ha accettato di fare il vaccino anti-Covid invece di lasciarlo ai giovani, allarga le braccia. E poi esclama con una lucidità incredibile: «Scrivano pure che cosa vogliono, per me non fa differenza, figuriamoci se ho paura».
E come potrebbe averla Basilio Pompei, decorato e premiato, capace di sfidare i nazisti e fuggire da un campo di concentramento in Polonia e tornare a casa a piedi sfinito ma sano e salvo? «Altro che vecchio, lui è più in gamba di tanti giovinastri che sproloquiano su internet e sino a pochi mesi fa guidava ancora l’auto — dicono in coro il direttore Francesco Melani e i dipendenti della Rsa dove Basilio vive da tempo ed è diventato un mito —. Queste offese sono state una pugnalata per tutti noi».
Ma non per l’eroico Basilio, una vita da macellaio a Pontassieve e, dopo l’8 settembre del 1943, uno dei tanti soldati italiani a essere rastrellati e deportati dall’esercito nazista e uno dei pochi ad essere sopravvissuto. Gli toccò la Polonia, sfidò gelo, SS e migliaia di chilometri e quando lo videro tornare a casa i parenti pensarono che fosse un fantasma. «Il mio segreto fu il coraggio, ero giovane ne avevo come un leone — spiega Basilio — ma ne ho ancora tanto, ditelo pure a questi odiatori».
Odiatori che, al calduccio davanti a una tastiera, gliene hanno dette di tutti i colori. Gli hanno dato del vecchio egoista perché toglieva i vaccini ai bambini, hanno scritto che Basilio si doveva accontentare di essere arrivato a 103 anni. E ancora che «facciamo morire i quarantenni e vacciniamo i centenari», che «almeno potevano aspettare che fosse positivo» e un’altra raffica di idiozie. Parole che, per fortuna, hanno fatto sobbalzare Giampaolo Giannelli, vicecoordinatore provinciale di Forza Italia, che per primo ha denunciato «l’odiosa vicenda» sulla Nazione. «Hanno colpito una persona che ha molto da insegnare a tutti noi — dice Giannelli — e se oggi questi vigliacchi leoni da tastiera hanno la libertà di poter scrivere qualsiasi cosa è proprio grazie al sacrificio di persone come nonno Basilio».