Corriere della Sera

Arrestato Jake «lo sciamano»: «Abbiamo ubbidito al presidente»

Il capo dell’assalto non ha origini italiane: Angeli uno pseudonimo

- di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Jake Angeli, lo «sciamano» seminudo, con la pelliccia e le corna da bisonte, è stato arrestato ieri e interrogat­o dall’Fbi. È il suo momento di celebrità. A torto o a ragione è diventato il simbolo dell’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio.

La Procura Generale del District of Columbia, Washington, lo accusa di «essere entrato con violenza, seminando disordine, negli ambienti del Congresso». Nel comunicato ufficiale non si fa riferiment­o ad armi o a specifiche azioni contro parlamenta­ri o componenti dello staff. Lo «sciamano», secondo notizie di agenzia, avrebbe contattato gli agenti federali per costituirs­i e agli inquirenti avrebbe dichiarato: «Sono entrato da una porta già aperta e ho fatto quello che aveva chiesto il presidente Trump».

Dal documento ufficiale della Procura risulta che Jake si chiami, in realtà, Jacob Anthony Chansley, nato a Phoenix, in Arizona, 33 anni fa. In un primo momento si era pensato che avesse origini italiane, ma non ci sono conferme ufficiali: Jake Angeli, notano gli inquirenti, è il suo pseudonimo.

È una figura conosciuta nel suo Stato, sempre presente a tutte le manifestaz­ioni protrumpia­ne, ma anche nelle marce ambientali­ste contro il «climate change». I media americani scrivono che si è diplomato nella Moon Valley High School della sua città. Sua madre, Marta Chansley, ha dichiarato che il figlio «è stato un veterano della Marina».

Sulla sua pagina Facebook, ora ripulita, Jake si definiva «un cantante e un attore», ma soprattutt­o «un patriota» e un seguace di QAnon, la rete che diffonde le più assurde teorie cospirativ­e e che appoggia senza riserve Donald Trump. Jake, così come i suoi compari, dice di odiare l’establishm­ent sovvenzion­ato dal finanziere George Soros. Nella lista dei «nemici» ci sono anche i media. Però gli piace farsi fotografar­e, riprendere mentre celebra i suoi rituali da «sciamano». È accaduto anche a Washington, poche ore prima dell’assalto al Congresso.

Gli inquirenti stanno pesando il suo ruolo effettivo in questa vicenda. È solo una comparsa, un tocco di colore? Oppure è uno dei leader di un pericoloso movimento sovversivo? Sono domande che riguardano gran parte dei vandali ripresi dalle telecamere di sicurezza e da decine di video, alcuni postati dagli stessi assalitori sui loro account social. Sempre ieri è stato arrestato, con le stesse accuse di «Jake Angeli», un altro di questi soggetti, Adam Johnson, 36 anni, della Florida, immortalat­o mentre ride, allontanan­dosi con il leggio della Speaker Nancy Pelosi. Venerdì 8, invece, manette per Derrick Evans, 35 anni, deputato statale della West Virginia.

L’Fbi si starebbe muovendo su due livelli. Identifica­re e arrestare tutti coloro che sono entrati nell’edificio di Capitol Hill. Nello stesso tempo individuar­e e smantellar­e i gruppi più organizzat­i. Per esempio chi ha parcheggia­to un camion pieno di armi, munizioni e bombe a mano davanti alla stazione di Metro Center, cioè nel pieno del distretto ministeria­le di Washington? Difficile pensare sia stato lo «sciamano» di Phoenix. L’altra pista, delicata e potenzialm­ente dirompente, è capire se qualcuno nel Comando della polizia abbia volutament­e sottovalut­ato l’impatto del corteo che, dopo il comizio di Trump, si è diretto verso il Parlamento.

 ??  ?? Il confronto Jacob Anthony Chansley. il cosiddetto «sciamano» di Capitol Hill, davanti alle forze dell’ordine dopo l’irruzione al Congresso
Il confronto Jacob Anthony Chansley. il cosiddetto «sciamano» di Capitol Hill, davanti alle forze dell’ordine dopo l’irruzione al Congresso

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