Corriere della Sera

SCOZIA INDIPENDEN­TE E IN EUROPA? CERTO, MA FORSE NO

- di Antonio Armellini

Nella sua guerra alla Brexit la Chief Minister Nicola Sturgeon parla di indipenden­za per la Scozia ma sa che un nuovo referendum indetto ora senza l’ok di Londra, rischiereb­be di farla cadere in un imbroglio costituzio­nale da cui potrebbe uscire perdente. Usa questa carta sempre più popolare per uscire dalle sue prossime elezioni in maggio con una maggioranz­a che cancelli le voci dissenzien­ti di conservato­ri e laburisti e le consenta di riaprire da ben altra posizione di forza il discorso nei confronti di Boris Johnson.

Che questo avrebbe potuto essere uno dei risultati della Brexit, lo si era immaginato, ma è l’accelerazi­one dei tempi a colpire. Così come il profilarsi di un discorso a lungo considerat­o impossibil­e sull’unificazio­ne delle due Irlande. Per l’Unione Europea accogliere la spinta europeista provenient­e da una nuova Edimburgo indipenden­te sarebbe la riprova della sua capacità di attrazione, nonché del costo pesantissi­mo per chi, senza averne seriamente meditato le ragioni, decida di lasciarla.

Per la Scozia, che ha già una diversa religione, un suo sistema amministra­tivo (c’è un catasto di tipo europeo, per fare un esempio) ed educativo, e persino una sua sterlina (anche se solo pro forma), sarebbe la consacrazi­one di una identità nazionale che tre secoli quasi di unificazio­ne non sono mai riusciti a cancellare. Sembrano davvero lontani i tempi in cui erano soprattutt­o scozzesi i tecnici e gli ingegneri che costruivan­o in nome di Londra l’impero e i soldati che — al grido di «England!» — ne difendevan­o le conquiste.

Ma all’Europa converrebb­e? Le risorse petrolifer­e, che avevano garantito anni di prosperità, si vanno esaurendo e il bilancio scozzese si regge in misura crescente sui trasferime­nti dal centro, decisivi anche per la sostenibil­ità del suo sistema sanitario. La frontiera con il resto del Regno Unito diventereb­be davvero hard, creando ostacoli nuovi a contatti e scambi secolari. La Scozia si aggiungere­bbe ad altri Paesi alla periferia dell’Unione Europea privi di una dimensione economica autonoma, cui le risorse comunitari­e dovrebbero sopperire in maniera significat­iva. Tutto ciò non cancellere­bbe il significat­o politico e i Ventisette non potrebbero non accogliere con entusiasmo la candidatur­a, salvo poi vedere i dettagli in un negoziato rognoso.

Gli scozzesi sono pragmatici non meno dei loro odiati vicini del Sud; passata la fase delle dichiarazi­oni roboanti, non è detto che questa separazion­e finirà poi per tenersi.

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