Corriere della Sera

«Vaccini nel privato, un aiuto per chi ha più bisogno»

- Salvatore Damato, Milano

Sono un medico in pensione di 75 anni, ora malato-fragile. Sempre vaccinato per l’influenza. La concomitan­za del rischio Covid-influenza mi ha convinto a non attendere l’attuale fumosa organizzaz­ione della vaccinazio­ne. Il 3 ottobre, io e mia moglie, ci siamo recati in treno a Mentone, dove il vaccino era in farmacia da una settimana. Ci siamo vaccinati a vicenda. Il fatto che lei, caro Aldo, abbia qualche remora alla liberalizz­azione controllat­a del vaccino anti Covid, in quanto le dosi potrebbero essere sottratte a qualche altro anziano indigente, mi ha spinto a scriverle della mia esperienza. Nei primi giorni di novembre la mia dottoressa di famiglia mi ha convocato per essere vaccinato per l’influenza. Mi sono scusato per averlo già fatto per mio conto. Mi è stato risposto che avevo fatto una cosa buona per due motivi: in primo luogo mi sono protetto da eventi che avrebbero intasato il sistema ospedalier­o e in secondo luogo avevo reso possibile la vaccinazio­ne di altri due anziani bisognosi in termini economici e di salute. La relazione tra salute ed economia è sempre stata molto stretta e le due cose possono e devono aiutarsi a vicenda. Suggerisco una visita al sito del governator­e Cuomo nello Stato di New York, dove viene descritto, in poche righe e con chiarezza, il piano di vaccinazio­ne anti Covid in quello Stato. Fortunatam­ente, la famiglia di mio figlio vive lì. Ho anche un timore: avremo da noi il mercato nero dei vaccini, oltre a quello già subito per le mascherine?

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