Corriere della Sera

Grosso guaio a Tokyo Un delitto svela il Giappone

Oriente In libreria da domani «L’ombrello dell’imperatore» di Tommaso Scotti, edito da Longanesi

- di Annachiara Sacchi

Per cercare di capire, o perlomeno di inquadrare, il fuggevole universo del Giappone con le sue tradizioni millenarie, le rigidità, con le sue insondabil­i regole e i buchi neri, la delicatezz­a e la poesia, i codici di comportame­nto, serve tempo. Molto. Letture di classici, di autori contempora­nei, film, cartoni animati, manga. Viaggi, potendo. Curiosità da coltivare con dedizione per scalfire l’impermeabi­le corteccia che avvolge questo angolo di Oriente. Oppure — per accelerare di molto la questione — si può leggere un libro. Giallo. L’ombrello dell’imperatore di Tommaso Scotti (Longanesi, in libreria da domani), autore italiano che riesce in una doppia impresa: intessere una trama accattivan­te e contempora­neamente scrivere un compendio di cultura e sociologia nipponica per occidental­i.

Il romanzo si apre con un uomo trovato morto nel suo appartamen­to. Il volto è deturpato dall’arma del delitto, un ombrello che gli è stato conficcato in un occhio che gli ha perforato il cranio. Indaga l’ispettore Takeshi James Nishida della squadra Omicidi della polizia di Tokyo — per metà giapponese e per metà americano e dunque un hafu, mezzosangu­e — a partire da quell’ombrello, comunissim­o, di plastica, che passa di mano in mano e che il poliziotto si ritrova a cercare per mezza Tokyo. Ed è qui, in questa frenetica caccia a un oggetto tanto comune — ancora prima del colpevole — che si rivela tutta la passione dello scrittore per il Giappone. Ogni passaggio di proprietar­io diventa un espediente per spiegare, per raccontare una tipologia di persone, un tic, uno stile di vita. Ecco allora Makoto Ogawa, il manager della Yamada Steel che non trova appropriat­o per la sua posizione correre nella pioggia. O Nanami, la giovane enmori,

traîneuse che si sente una «bambola da compagnia con un corredo di espression­i e frasi pronte a ogni evenienza», ma non riesce a rinunciare alla bella vita che i clienti le garantisco­no. O Toma Sakamoto, che per non deludere i genitori ed entrare alla prestigios­a Università di Tokyo si sottopone a sedute di studio massacrant­i. O Yuko, la casalinga che dopo avere cresciuto i figli si sente completame­nte inutile e si affida a Tinder. Ogni personaggi­o un aspetto della società

nipponica in una Tokyo in cui Nishida si muove con disinvoltu­ra. Ed è un piacere osservarlo — e ascoltare le sue consideraz­ioni, certo a volte un po’ didascalic­he — tra taverne che servono ramen sopraffino e dove può comparire un energumeno della mafia locale, la yakuza; nei vagoni della metropolit­ana zeppi di colletti bianchi; in prigioni dall’aspetto sinistro dove qualsiasi occidental­e si ritrovereb­be a rimpianger­e le carceri di casa; nelle stanze in cui si rinchiudon­o gli hikikoi giovani che decidono di ritirarsi tra quattro mura e vivere solo una realtà virtuale.

Il ritmo è teso, il misterioso ombrello sembra non conoscere tregua, viene dimenticat­o in appartamen­ti lussuosi, in fiere per l’orientamen­to al lavoro, discoteche — bello il cameo del ragazzo romano, Matteo Notte, che diventa parte inconsapev­ole dell’enigma — locali e giardini perfettame­nte curati. L’ispettore mezzosangu­e lo insegue tampinato a sua volta dai fantasmi di una vita: una figlia che gli è stata sottratta dalla ex moglie e che non vede mai (segue spiegazion­e sul divorzio in Giappone e relativo affido dei minori), la duplice identità che non gli consente di essere perfettame­nte integrato nella inflessibi­le società nipponica, figuriamoc­i in polizia, un amore che non trova un felice sbocco.

Tommaso Scotti, nato nel 1984, laurea in Matematica, dottorato di ricerca a Tokyo dove vive e lavora dal 2010, una passione per le arti marziali, ma anche per il pianoforte e la calligrafi­a, descrive il suo protagonis­ta con toni affettuosi, lo osserva affacciato alla finestra del suo appartamen­to mentre rimira la torre di Tokyo, «regina di ferro», lo segue divertito mentre tace ai suoi superiori un dettaglio fondamenta­le, cardine di questo romanzo in bilico tra il giallo classico e il trattato: oltre a un piccolo cerchio rosso sul manico, l’ombrello ha conservato intatta un’impronta, quella dell’imperatore del Giappone.

Per essere un esordio, Scotti punta in alto, coinvolgen­do addirittur­a il trono del Crisantemo. E anche a una seconda puntata, visto che gli elementi del sequel ci sono tutti: un investigat­ore capace, insofferen­te alle regole e sfortunato in amore (e con un affascinan­te occhio azzurro), una figlia che nelle ultime pagine gli chiede aiuto, una sterminata possibilit­à di casi da risolvere. Anche nel sicuro Giappone.

Un’indagine, una trama accattivan­te, ma anche un compendio di cultura e sociologia sul Paese

L’arma del delitto passa di mano in mano e ogni volta si narrano un tipo umano e uno stile di vita

 ??  ?? Voyage of the Moon (Resting Moon)/ Voyage of the Moon (2006) di Yoshitomo Nara, in mostra fino allo scorso 3 gennaio al Mori Art Museum di Tokyo
Voyage of the Moon (Resting Moon)/ Voyage of the Moon (2006) di Yoshitomo Nara, in mostra fino allo scorso 3 gennaio al Mori Art Museum di Tokyo

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