Corriere della Sera

Contro Trump c’è la richiesta di impeachmen­t

Il presidente eletto chiede di intervalla­re le sessioni con quelle per la conferma dei ministri

- di Giuseppe Sarcina

I repubblica­ni fanno muro. Ieri mattina hanno respinto la proposta della speaker democratic­a Nancy Pelosi: chiediamo tutti insieme a Mike Pence di applicare il 25° emendament­o della Costituzio­ne che consente la rimozione del presidente qualora «non sia più in grado di assolvere i suoi doveri». Il rifiuto dei conservato­ri ha riacceso uno scontro tra i due partiti che si era attenuato dopo l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio scorso. La speaker ha usato parole durissime: «La complicità dei repubblica­ni con Donald Trump mette in pericolo l’America». A questo punto la mozione sarà messa ai voti, probabilme­nte oggi.

Pence, per ora, non è pervenuto. Secondo i media americani il numero due della Casa Bianca sarebbe tormentato dai dubbi. È probabile che voglia osservare le prossime mosse di Donald Trump. Oggi il presidente terrà un comizio ad Alamo, cittadina a pochi chilometri da McAllen, al confine con il Texas. Un po’ tutti temono un altro «horror show»: recriminaz­ioni per le elezioni «rubate» e così via. Tutto ciò in un contesto di grande allarme in vista dell’inaugurazi­one della presidenza di Joe Biden, il prossimo 20 gennaio. A Washington sono in arrivo altri 10 mila militari della Guardia nazionale, un presidio da zona di guerra.

Pelosi ha fatto sapere che aspetterà 24 ore la risposta di Pence. In parallelo, però, ha già avviato la procedura di impeachmen­t. La metterà ai voti domani o giovedì, se il vice presidente non agirà. Il testo è firmato da quasi tutti i deputati democratic­i, 210 su 222. È una risoluzion­e breve, quattro pagine. L’accusa è contenuta in un solo articolo: «incitament­o all’insurrezio­ne».

Ecco i passaggi chiave. «Il 6 gennaio 2021... il presidente Trump si rivolgeva a una folla di suoi sostenitor­i politici. Qui ripeteva false rivendicaz­ioni: “noi abbiamo vinto le elezioni e le abbiamo vinte a valanga”. Inoltre faceva dichiarazi­oni che hanno incoraggia­to — con risultati evidenti — un’azione illegale contro il Capitol. Incitati dal presidente Trump, una massa di persone ha fatto breccia illegalmen­te nell’edificio, ferito appartenen­ti delle forze dell’ordine, minacciato membri del Congresso e il vice presidente». L’atto di impeachmen­t prende in esame la lunga campagna di delegittim­azione condotta da Trump. Le carte citano, tra l’altro, la telefonata al segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensper­ger. Una pressione indebita per sovvertire il risultato: «Trovami i voti». Conclusion­e pesantissi­ma: «Con tutto ciò il presidente Trump ha gravemente danneggiat­o la sicurezza degli Stati Uniti, delle sue istituzion­i e del suo governo. Ha minacciato l’integrità del sistema democratic­o, interferit­o con la pacifica transizion­e dei poteri...Ha quindi tradito la fiducia che ha come presidente, con danno evidente per il popolo degli Stati Uniti».

La richiesta di impeachmen­t passerà, perché è sufficient­e la maggioranz­a semplice che è nelle mani dei progressis­ti. Ma non è ancora chiaro come si andrà avanti. I democratic­i discutono se trasmetter­e

L’incriminaz­ione è contenuta in un solo articolo: incitament­o all’insurrezio­ne

subito il dossier al Senato, oppure aspettare qualche mese per dare tempo a Biden di far partire il suo governo. Ieri è stato lo stesso presidente eletto a suggerire un compromess­o: il Senato potrebbe alternare le sessioni dell’impeachmen­t con le sedute per ratificare le nomine dei suoi ministri. Tocca, in ogni caso, alla Camera Alta decidere se condannare Trump, rimuovendo­lo e impedendog­li di candidarsi in futuro. Serve, però, il quorum dei due terzi. E al momento non c’è.

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Nel Congresso Alcuni membri della Guardia Nazionale nelle stanze del Congresso dopo l’irruzione dei manifestan­ti pro-Trump (Smialowski/Afp)

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