San Pietro e Toninelli
Mi ero ripromesso di non parlare più del bullizzato Toninelli fino al giorno in cui non diventerà, come merita, presidente della Repubblica, ma l’ultima ingiustizia perpetrata ai suoi danni mi impedisce di continuare a tacere. Nel processo a Salvini sulle navi bloccate in porto ai tempi del governo Conte alla rovescia, Toninelli (da cui dipendeva la guardia costiera) ha costellato la sua testimonianza di quarantadue «non ricordo». Si tratta di una performance di tutto rispetto (San Pietro si fermò a tre), ma anziché complimentarsi con lui, gli invidiosi hanno insinuato che intendesse rinnegare il passato. Toninelli si è indignato, assumendo quella classica espressione da Toninelli indignato che consiste nell’arrotondare lo sguardo dietro gli occhiali, in modalità pallina da pingpong, e ha messo su Facebook la trascrizione integrale della sua testimonianza «alla faccia di chi diceva che non ricordassi nulla». Ebbene, la trascrizione integrale è piena di «non ricordo», «non posso ricordare» e «siccome oggi non ricordo, le dico che non ricordo». Ma evidentemente Toninelli non se lo ricordava e l’ha pubblicata lo stesso.
Mai un uomo, per negare un’accusa, aveva fornito i documenti che la confermano, ma io vi vedo la prova definitiva della sua buona fede. Quando tra un paio d’anni gli chiederanno se è veramente esistito un movimento che mandava al governo i primi che passavano per strada, lui risponderà: «Non ricordo».