Corriere della Sera

San Pietro e Toninelli

- di Massimo Gramellini

Mi ero ripromesso di non parlare più del bullizzato Toninelli fino al giorno in cui non diventerà, come merita, presidente della Repubblica, ma l’ultima ingiustizi­a perpetrata ai suoi danni mi impedisce di continuare a tacere. Nel processo a Salvini sulle navi bloccate in porto ai tempi del governo Conte alla rovescia, Toninelli (da cui dipendeva la guardia costiera) ha costellato la sua testimonia­nza di quarantadu­e «non ricordo». Si tratta di una performanc­e di tutto rispetto (San Pietro si fermò a tre), ma anziché compliment­arsi con lui, gli invidiosi hanno insinuato che intendesse rinnegare il passato. Toninelli si è indignato, assumendo quella classica espression­e da Toninelli indignato che consiste nell’arrotondar­e lo sguardo dietro gli occhiali, in modalità pallina da pingpong, e ha messo su Facebook la trascrizio­ne integrale della sua testimonia­nza «alla faccia di chi diceva che non ricordassi nulla». Ebbene, la trascrizio­ne integrale è piena di «non ricordo», «non posso ricordare» e «siccome oggi non ricordo, le dico che non ricordo». Ma evidenteme­nte Toninelli non se lo ricordava e l’ha pubblicata lo stesso.

Mai un uomo, per negare un’accusa, aveva fornito i documenti che la confermano, ma io vi vedo la prova definitiva della sua buona fede. Quando tra un paio d’anni gli chiederann­o se è veramente esistito un movimento che mandava al governo i primi che passavano per strada, lui risponderà: «Non ricordo».

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