La «vigilia» dei responsabili: noi alla finestra
I responsabili sono in sonno ma possono risvegliarsi. Dice il senatore Luigi Vitali: «I foderi combattono e le sciabole stanno appese. Ecco, in questa fase si mandano allo sbaraglio le controfigure». Il luogo delle trattative è Palazzo Madama perché lì Giuseppe Conte rischia di essere sfiduciato. In condizioni ideali la maggioranza oscilla fra 166 e 170. Ma se dovesse mancare l’apporto dei renziani si scenderebbe a quota 152. Servirebbero almeno 9 responsabili per la maggioranza assoluta (161). «Se per responsabile si intende avere a cuore la comunità, io mi sento responsabile» confessa Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella, oggi al Misto. Ed è forse in quest’ultimo gruppo — che conta 29 senatori, comprensivo già di una decina organici alla maggioranza — che si scorgono nuovi «salvatori della patria». Uno è Saverio De Bonis, già grillino: «Conte è rassicurante, e poi non si può buttare al macero la legislatura». E allora De Bonis prova a convincere i perplessi. «Domani incontrerò Tiziana Drago, Lello Ciampolillo e Carlo Martelli. Urge un sussulto di responsabilità». Eppure la senatrice Drago resta in bilico: «Sto alla finestra ad osservare». Fra i trattativisti non si può non annoverare Raffaele Fantetti, eletto con FI, oggi al Maie, promotore dell’associazione Italia 2023, un altro che sta incollato al telefono per cercare di reclutare novelli responsabili. Certo è che l’operazione avrebbe altro tenore se alcuni renziani si staccassero e se una decina di azzurri lasciassero FI. «Non si vedono responsabili, chi doveva andare è già andato» giura l’azzurro Renato Schifani. Oggi sembra essere così. Chissà con la crisi aperta.