La sindaca «provvisoria» Lo strano caso di Marsiglia
«Perché a Marsiglia non torniamo al lockdown? Il coprifuoco alle 18 invece che alle 20 non cambierà granché le cose», ha proposto ieri Michèle Rubirola in tv, provocando sconcerto e prese di distanze nella sua stessa maggioranza. L’uscita di Rubirola, vicesindaca con delega alla Sanità, è stato un curioso ritorno in primo piano dopo che il 15 dicembre scorso la dottoressa ecologista di 64 anni ha rinunciato alla poltrona di prima cittadina di Marsiglia, conquistata con grande clamore appena sei mesi prima. A giugno era stata una vittoria storica: prima donna a diventare sindaca della seconda città di Francia, Rubirola rompeva 25 anni di dominio della destra segnato da accuse di corruzione e malgoverno. È stato subito chiaro però che anche nella nuova giunta qualcosa non andava: nonostante lo slogan elettorale «Rubirola c’è!», la sindaca non si è quasi mai vista in municipio, lasciando spazio e iniziativa al vice Benoît Payan, socialista, più giovane (42 anni) ma politico di lungo corso. A metà dicembre la sorprendente staffetta: Rubirola ha parlato di problemi di salute e ha ceduto il posto a Payan, restando però numero due come assessore alla Sanità, incarico fondamentale nell’era Covid. Gli amici lodano il senso di responsabilità di Rubirola, capace di fare un passo indietro. I nemici sottolineano che i misteriosi guai alla salute — un ginocchio da operare, si saprà poi — non sono poi così gravi, e denunciano una manovra di Palazzo: i marsigliesi hanno creduto di eleggere una donna medico che si proclamava fuori dalla logica dei partiti, e si ritrovano invece come sindaco un uomo di apparato come Payan. «Rubirola c’è» ma non del tutto, e quando c’è — come ieri — si fa smentire. «Il lockdown non è all’ordine del giorno», hanno risposto prefetto, governo e sindaco, che dopo la scoperta di otto casi a Marsiglia lotta contro la variante del virus apparsa in Inghilterra.