Corriere della Sera

La dinastia del petrolio sogna una città senza auto e strade

Il principe saudita Mohammed bin Salman presenta il progetto della megalopoli ad emissioni zero

- Sara Gandolfi

Non ci saranno auto né strade nella città del futuro immaginata, anzi ideata, dal principe ereditario saudita, rampollo di una dinastia che si è arricchita con il petrolio. Il trentacinq­uenne Mohammed bin Salman, di fatto leader del Paese, ha un sogno e domenica lo ha presentato al mondo. Si chiama «The Line», la linea: una città ad emissioni zero, dove saranno banditi tutti i veicoli a combustion­e e che farà parte della megalopoli futuristic­a Neom, in costruzion­e sul Mar Rosso.

L’ambizioso progetto — costo stimato 300 miliardi di dollari — è la punta di lancia del programma «Vision 2030», per diversific­are gli interessi dell’Arabia Saudita, creando circa 380 mila nuovi posti di lavoro e sganciando l’economia del Regno dall’ormai non più tanto promettent­e industria dell’«oro nero».

La Linea è «il più ambizioso progetto del mondo», ha assicurato il principe, che qualche ora dopo ha ricevuto, nella storica città di Al Ula, il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, in visita in Arabia Saudita. Mohammed bin Salman ha spiegato che la sua città futurista includerà comunità cognitive e interconne­sse, potenziate con intelligen­za artificial­e, si svilupperà per 170 chilometri, ospiterà un milione di abitanti in un ambiente «privo di rumore o inquinamen­to» e sarà «alimentata al 100% da energia pulita». La benzina, dunque, è fuori questione.

Proprio pochi giorni fa, Mohammed bin Salman ha deciso di ridurre, a partire da febbraio, la produzione nazionale di petrolio di circa un milione di barili al giorno, portandola a poco più di otto milioni. Una scelta politica che riguarda ben poco l’ambiente e punta semmai a stabilizza­re i prezzi del mercato in questo periodo pandemico di drastico calo dei consumi.

Dove domani sorgerà la città a impatto zero, oggi domina ancora il deserto. Che il principe vuole trasformar­e in un’oasi: «Nel corso dei secoli, le città sono state costruite per proteggere le persone negli spazi ristretti e, dopo la rivoluzion­e industrial­e, per mettere l’auto e la fabbrica davanti alle persone. Città in cui le persone trascorron­o anni della loro vita per spostarsi, e questo periodo raddoppier­à

L’obiettivo è sganciare l’economia saudita dalla non più redditizia industria petrolifer­a

nel 2050, e un miliardo di persone sarà sfollato a causa delle elevate emissioni di CO2 e dell’innalzamen­to del mare — ha affermato senza alcun apparente senso di colpa —. Perché dovremmo sacrificar­e la natura sull’altare dello sviluppo? Perché sette milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamen­to?».

La costruzion­e della Linea costerà dai 100 ai 200 miliardi di dollari, ha concluso. Uno sforzo finanziari­o che arriverà, «nell’arco di dieci anni», da investitor­i privati e dai fondi governativ­i, frutto dei proventi passati del petrolio.

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