IL PERCORSO OBBLIGATO DEI TRUMPIANI D’ITALIA
Caro Aldo,
ora che Trump non è stato confermato vengono posti in luce i danni provocati dallo stesso nella società e le menzogne che hanno caratterizzato il suo mandato. Resta il problema, non di poco conto della persistente presenza della massa acritica che l’ha sostenuto e che, anche per ignoranza continua ad acclamarlo come grande leader. Anche noi abbiamo un piccolo Trump che attrae masse con i suoi slogan di facile presa (cancellare le tasse, aumentare i ristori, pensionamento anticipato per tutte le categorie e via cantando). I consigli di Giorgetti, testa pensante della Lega, restano inascoltati. Che ne pensa?
Giancarlo Castiglione Roma
Caro Giancarlo,
Per fortuna un Trump italiano non esiste. Esiste però, anche in Italia, il trumpismo. Sono convinto che le prossime elezioni, che saranno alla scadenza della legislatura, vedranno una netta affermazione dei partiti di destra (abolirei in questo caso il prefisso edulcorante «centro»). Per loro, però, la sconfitta di Trump rappresenta un problema. Non è facile sostenere le ragioni del sovranismo in un mondo forzatamente globale, fatto di economie interconnesse, afflitto da questioni come il cambio climatico e la pandemia che richiedono una stretta collaborazione tra i governi; e in un’Europa che ormai c’è, e di cui un Paese debole come l’Italia non può fare a meno. Se però a Washington c’è un presidente che la pensa come te, che usa le tue stesse parole d’ordine, che è ispirato da un personaggio come Steve Bannon di casa nelle manifestazioni della Lega e di Fratelli d’Italia, allora le ragioni del sovranismo sono più forti. Ma ora Steve Bannon è libero su cauzione dopo essere finito in galera, e Trump ha seriamente rischiato di fare la stessa fine. Questo non vuol dire che il trumpismo sia scomparso: oltre 70 milioni di voti sono lì a dimostrare il contrario. Ma la destra italiana è chiamata a ripensarsi. E ad accettare il dialogo con le donne che in Europa comandano davvero, Merkel, Lagarde, von der Leyen; e nessuna di loro è Marine Le Pen. In caso contrario, Salvini e Meloni possono anche ottenere oltre la metà dei parlamentari; ma non durerebbero a lungo, proprio come ha provato a metterli in guardia Giorgetti.