Livolsi: spingere il risparmio verso le Pmi in difficoltà
Le aziende italiane continuano ad avere problemi di capitale di rischio e sono esposte alla scalata da parte della concorrenza estera, oltre a non potere investire a sufficienza in crescita e innovazione. Un’azienda su sei ha problemi di equity. «È necessario agevolare e spingere gli italiani a indirizzare 170 miliardi, il 10% dei 1.700 miliardi di liquidità che tengono sui propri conti correnti, nel capitale di rischio delle aziende». Queste le conclusioni di uno studio del gruppo di consulenza aziendale e finanziaria Livolsi & Partners. Secondo i dati della ricerca, su un campione rappresentato da una quarantina di aziende con fatturato dai dieci ai 900 milioni annui, il 17% dichiara di avere problemi di patrimonio netto, il 20% di liquidità e il 33% di riduzione importante di fatturato. «Le nostre aziende — spiega Ubaldo Livolsi, presidente della società già ceo di Fininvest — hanno problemi di capitale, non possono investire in crescita, innovazione e in manager capaci. Bisognerebbe incentivare i privati a investire nel capitale delle imprese, delle Pmi e più in generale delle non quotate, magari attraverso fondi dedicati di importo dai 100 ai 200 milioni di euro. Esistono già strumenti nuovi in questo senso, come i Pir (Piani individuali di risparmio), ma questi prodotti si rivolgono ancora soprattutto a società quotate».