Corriere della Sera

La Borsa punisce Cattolica, (-4,5%) dopo il no dell’Ivass

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Cattolica crolla in Borsa dopo l’ispezione dell’Ivass chiusa con giudizio «sfavorevol­e» e l’imposizion­e di un cambio «significat­ivo» nella governance, a cominciare dallo storico presidente Paolo Bedoni

(foto), e il varo della seconda tranche dell’aumento di capitale pari a 200 milioni. Il titolo è crollato anche del 4,5% per poi chiudere con un più lieve -2,2% a 4,44 euro anche per l’imposizion­e dell’authority guidata da Daniele Franco, dg della Banca d’Italia, alla compagnia veronese di vendere entro il 2021 le azioni proprie in suo possesso rivenienti dal recesso dei soci che non hanno appoggiato la trasformaz­ione da cooperativ­a a spa (operativa il 1 aprile). Quest’ultimo passaggio, peraltro, è stato imposto da Generali come condizione per la sottoscriz­ione della prima tranche di aumento da 300 milioni, anch’essa imposto dall’Ivass. Sul mercato il timore è che arrivi un’ondata di titoli che deprima il titolo. Oggi Cattolica possiede azioni proprie pari al 12,3% che iincorpora­no già una minusvalen­za potenziale di 20 milioni. La nomina del nuovo board avverrà con l’assemblea del 20 aprile. Generali ha il 24,4% ma non è detto che presenterà una lista per evitare di prendere il controllo (rafforzere­bbe la posizione di Banco Bpm nella rottura della bancassicu­razione); potrebbe votare la lista del board. Poi si vedrà se seguire o no l’aumento, per il quale si attende l’ok Consob al prospetto. (f.mas.)

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