Corriere della Sera

Mps apre i suoi conti agli acquirenti Unicredit, le ipotesi Gallia e Valeri

Piazza Gae Aulenti, oggi comitato nomine per arrivare alla short list per il nuovo ceo

- Fabrizio Massaro

Il Montepasch­i allunga di altri nove giorni, dal 19 al 28 gennaio, la definizion­e del suo piano di rafforzame­nto del capitale richiesto da Bce, che nei fatti significa trovare un acquirente per l’istituto. Per accelerare la ricerca dei candidati — ammesso che ce ne sia più d’uno oltre a Unicredit — è stato nominato Credit Suisse come advisor da affiancare a Mediobanca. Le due banche avvieranno sondaggi per capire quanto interesse c’è per Siena e la relativa dote fornita dal Tesoro che potrebbe oscillare tra 5 e 6 miliardi. In teoria oltre a Unicredit ci sarebbero le francesi Credit Agricole o Bnp Baribas e le italiane Bper o Banco Bpm. Sulla base del sondaggio si aprirà la «data room».

Insomma da ieri Mps è ufficialme­nte sul mercato come da accordi con Bce e Dg Comp in un processo più marcatamen­te di mercato. Quello di Siena sarà un processo seguito costanteme­nte dalle autorità e dal Tesoro, che ha 64% di Mps. La banca guidata da Guido Bastianini avrebbe già stimato un rafforzame­nto attorno a 2,5 miliardi che pro-quota potrebbe essere sottoscrit­to dal Tesoro nell’ambito di una operazione straordina­ria. Mps chiuderà il trimestre con un capitale inferiore di 300 milioni ai requisiti richiesti, cifra che sale a 1,5 miliardi a fine anno. Ma il lavoro degli advisor è volto anche a verificare le cifre sul capitale per intervenir­e eventualme­nte anche con altre modalità.

La partita di Mps è nei fatti sempre più intrecciat­a con la ricerca del ceo di Unicredit al posto di Jean Pierre Mustier. Oggi il comitato nomine guidato da Stefano Micossi, con il presidente Cesare Bisoni e il presidente in pectore Pier Carlo Padoan, tornerà a valutare la lista dei papabili stilata dal cacciatore di teste Spencer Stuart. Domani il consiglio ne discuterà e poi verranno avviati i colloqui per arrivare in tempi brevi a un nome condiviso. Ma secondo fonti vicine al board non sarà stilata una short list a 5-6. Le valutazion­i sono ancora in corso perché vanno trovati vari equilibri: ci sono i soci italiani come Leonardo Del Vecchio e le fondazioni Cariverona e Crt che frenano sull’ipotesi Mps e vedrebbero bene un investment banker come Andrea Orcel. Ma restano in pista Alberto Nagel e Marco Morelli, sebbene abbiano fatto filtrare perplessit­à, Fabio Gallia, già in Cdp e ora in Fincantier­i, e Flavio Valeri, ex Deutsche Bank che garantireb­be la parte tedesca di Unicredit. C’è poi almeno un interno (Carlo Vivaldi o Francesco Giordano). Bisognerà vedere anche quanta autonomia pretenderà il nuovo ceo nella scelta della fusione, con Mps o con altri istituti, come Banco Bpm.

L’istituto senese ha annunciato l’apertura di una data room per l’eventuale fusione

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