Frescobaldi svela il vino con l’occhio digitale Le mosse del nuovo dg
Dosi: la realtà virtuale per portare i clienti tra i filari
Dai gioielli di Bulgari e dagli abiti firmati Giorgio Armani ai vini della famiglia Frescobaldi. Fabrizio Dosi è il nuovo direttore generale di Marchesi de’ Frescobaldi, 1.400 ettari tra Toscana e Friuli-Venezia Giulia, con otto tenute, con un avamposto (sociale) nelle campagne del carcere sull’isola di Gorgona.
A Firenze Dosi ha portato una visione nuova per un’azienda che ha sette secoli di storia. Sta usando l’esperienza accumulata nel mondo del lusso e del made in Italy. «Ho puntato su tre linee d’azione — spiega — focus sui brand principali; trasformazione degli ambasciatori del nostro vino in manager; sviluppo del digitale».
Dosi, studi alla Bocconi e carriera da manager anche nei settori della telefonia e del caffè (si occupava per Illy di negozi, e-commerce e Asia) ha mitigato con la realtà virtuale le difficoltà di viaggiare dei clienti, a causa della pandemia. «Quando i nostri venditori visitano ristoratori e gestori di enoteche — racconta — portano un visore speciale, l’Oculus, quello che si usa per i videogiochi. Chi guarda si trova immerso in una delle nostre tenute, Castello di Nipozzano, Perano e Castelgiocondo, attraversando vigne, cantine e paesaggio toscano».
La sua prima esperienza con il digitale risale agli anni da Illy: «Mi sono occupato di una macchina per il caffè che conteneva Alexa, l’altoparlante intelligente di Amazon». «Finita l’esperienza a Trieste — dice Dosi — potevo tornare a lavorare nella moda, ma ho deciso di cambiare. Ora ho la possibilità di seguire un progetto di evoluzione generale, che comprenderà anche Masseto e Ornellaia, le due super etichette della famiglia Frescobaldi.
Sotto la guida del presidente Lamberto Frescobaldi e dell’ad di Ornellaia Giovanni Geddes».
La prima mossa è stata l’organizzazione: «Ci siamo concentrati sui principali vini della Toscana e sui primi 9-10 mercati esteri». Poi la comunicazione: «Abbiamo lanciato la parte digital, investito sulla presenza sui social, da Facebook a Instagram. E abbiamo digitalizzato l'esperienza delle visite: gli stessi filmati usati per la realtà virtuale sono usufruibili dai clienti grazie ai QR Code e sono visibili durante gli eventi con schermi a 360 gradi. L’obiettivo è connettere i consumatori con i vini delle tenute del mondo Frescobaldi». La prossima tappa sarà il debutto di «un wine club per i consumatori, ai quali saranno offerte degustazioni e visite esclusive nelle cantine».
«Quando venne lanciato Armani Jeans — spiega il ceo di Frescobaldi — si parlò di lusso democratico. Anche il vino è un lusso affrontabile (ad esempio il Chianti Rùfina Riserva Nipozzano costa 14 euro)».
Il futuro assetto dell’azienda? La holding con radici medievali è governata da un Patto stilato la prima volta nel 2000 e da poco rinnovato con la regia del professor Guido Corbetta della Bocconi, esperto di governance di aziende famigliari. Contiene una serie di regole per mantenere il controllo della famiglia aprendo ai manager esterni come Dosi. «Tiziana Frescobaldi (figlia del giornalista Dino, scomparso nel 2010) è la presidente della Compagnia de’ Frescobaldi che controlla la srl di produzione. «La Compagnia — precisa Dosi -— ha stabilito i percorsi per l’ingresso degli esponenti della dinastia arrivata alla trentunesima generazione: prevedono, ad esempio, un periodo di lavoro in imprese all’estero».