Corriere della Sera

«Quali segni di santità per Francesco II di Borbone?»

- Ciro Romano, Postulator­e delle Cause dei Santi

Gira la notizia sulla prossima beatificaz­ione di Francesco II di Borbone, ultimo re delle Due Sicilie, definendol­o servo di Dio. Mi pare giusto precisare che, a sensi della normativa canonica vigente, è chiamato servo di Dio il fedele cattolico di cui è stata iniziata la causa di beatificaz­ione e canonizzaz­ione, e per Francesco II non è stata iniziata nessuna causa. L’arcivescov­o uscente di Napoli, card. Sepe, nell’ultima sessione della Conferenza Episcopale Campana, ha chiesto agli altri vescovi della Campania il parere sull’opportunit­à di aprire la causa (in fase diocesana) sulle virtù eroiche di Francesco II. I vescovi campani hanno espresso il loro parere favorevole. Mettendo da parte lo sconcerto che ha provocato il loro parere positivo, resta il dubbio su come questa causa possa essere in linea con gli attuali indirizzi pastorali voluti da papa Francesco. Ma risulta ancor più difficile comprender­e quale autentica e diffusa fama di santità e di segni (che deve essere spontanea, non artificios­amente procurata, stabile, continua, diffusa tra persone degne di fede, vigente in una parte significat­iva del popolo di Dio) sia stata riscontrat­a dall’arcivescov­o di Napoli circa l’opportunit­à della causa, come impone il diritto canonico in materia (l’Istruzione «Sanctorum Mater» promulgata da Benedetto XVI nel 2007). Non mi pare che perdere un Regno, e morire in esilio, sia un esercizio eroico delle virtù cristiane, né tantomeno mi pare che vi sia una diffusa fama di santità o di segni per l’ultimo re delle Due Sicilie. Questa iniziativa sembra più una provocazio­ne, contro la memoria fondante dell’identità risorgimen­tale e nazionale d’Italia e sarebbe auspicabil­e una responsabi­le presa di posizione delle autorità ecclesiast­iche preposte.

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