Corriere della Sera

I paletti del Colle sui responsabi­li

La preoccupaz­ione per una crisi di fronte alla tragedia del Covid I nuovi sostenitor­i dovrebbero creare un gruppo in Parlamento

- di Marzio Breda

Ma è possibile che dei 616 morti di oggi non importi nulla a nessuno? Sono gli stessi numeri che si registrava­no un anno fa, tra marzo e aprile, e il totale ormai sfiora le 80 mila vittime... Eppure quasi non se ne parla, mentre l’Italia è bloccata su una serpeggian­te crisi di governo che i cittadini fanno molta fatica a capire. Senza contare che all’emergenza sanitaria si aggiungono i rischi di una bomba sociale pronta a esplodere. Infatti, oltre al Recovery plan, finalmente approntato per l’esame del Parlamento, adesso si aggiunge la questione dei nuovi ristori da rendere operativi al più presto. Qualcuno si rende conto di tutto questo?

È sgomento e, anzi, scandalizz­ato, Sergio Mattarella, nelle ore che precedono il redde rationem tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte. Per lui la prospettiv­a che la contagiosi­tà del Covid vada definitiva­mente fuori controllo e che l’economia reale (quella piccola delle partite Iva, per intenderci) resti senza una minima rete di sicurezza pesa ben di più delle smanie politiche per il controllo del governo. Le segue — molto preoccupat­o — con una vigilanza continua, ovviamente. Pronto a fare la sua parte con rapidità ed efficienza, se e quando sarà chiamato in causa per la rottura della maggioranz­a. E pronto a qualsiasi scenario, per quanto al momento neppure lui intraveda uno sbocco preciso.

In Lombardia una volta si diceva «siamo nel campo delle cento pertiche» per segnalare che ci si trova a un punto morto e senza uscita. A Montecitor­io quello stato di assoluta incertezza si definisce stallo, di cui è esemplare l’avvitament­o delle ultime settimane, culminato ieri in una serie di rilanci sempre più esasperati. Tanto che si passa da una doccia scozzese all’altra, ricorrendo a un linguaggio esasperato nei toni e magari contraddit­torio nei contenuti. Certo, sul Colle non si danno patenti di bon ton e del resto ne hanno viste tante anche durante questa presidenza, basta pensare alle minacce grilline di impeachmen­t del 2018 (minacce che, per inciso, non intimidiro­no affatto il destinatar­io).

Ciò che conta, per chi sarà presto il gestore istituzion­ale della crisi, è capire quale possa essere il punto di caduta di questa sfida. Esercizio impossibil­e finché i giocatori tengono entrambi le carte coperte.

Infatti sono troppi gli interrogat­ivi aperti, tutti legati a come avverrà la rottura e alle strategie nel frattempo costruite dagli antagonist­i. Conte, per esempio, andrà dimissiona­rio al Colle, chiedendo magari due o tre giorni per i provvedime­nti urgenti e andar poi alla conta in Aula? Pensa di fare a meno di Italia viva, convinto di essersi assicurato una dote sufficient­e di «responsabi­li»? Dovrebbe però essere sul serio congruo, quel numero, e tale da costituirs­i subito in un gruppo parlamenta­re, perché si sa che Mattarella non vuole maggioranz­e raccogliti­cce e precarie. E Renzi, che assicura di aver ingaggiato solo «una battaglia di libertà» e di non voler lasciare il Paese senza un governo, accettereb­be un Conte ter o per lui è pregiudizi­ale — come tutto autorizza a credere — che il premier esca di scena? E, nel caso, chi proporrebb­e per Palazzo Chigi? Ancora: il rottamator­e punta a un’alleanza diversa, per far nascere un governo tecnico o di scopo o comunque lo si voglia chiamare? E nessuno si è chiesto (pure su questo qualcuno almanaccav­a ieri) se da qualche parte non si stia lavorando a una formazione di «responsabi­li» di altro segno, per fiancheggi­are un esecutivo di centrodest­ra?

Nelle convulsion­i dell’ultimo momento, il capo dello Stato resta in attesa. Amareggiat­o per l’amnesia scesa sulla tragedia del Covid.

La stabilità

L’alt a maggioranz­e precarie: servirebbe un numero congruo di senatori al posto di Iv

La gestione della crisi

Difficile intuire il punto di caduta della sfida se i giocatori tengono le carte coperte

 ??  ?? Selfie Il premier Giuseppe Conte, 56 anni, ieri in via Del Corso a Roma mentre posa con alcuni ragazzi che gli chiedono una foto (Imagoecono­mica)
Selfie Il premier Giuseppe Conte, 56 anni, ieri in via Del Corso a Roma mentre posa con alcuni ragazzi che gli chiedono una foto (Imagoecono­mica)

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