Cinque poltrone a rischio Incarichi a Rosato o Boschi oppure posti ai «sostituti»
Scenari incerti e multipli obbligano i partiti a fare e disfare piani e ruolini di marcia, inserendo nuovi ministri e sfilandone altri, spacchettando ministeri e lanciando proposte impossibili, diversivi per spuntare qualche metro in più in quella guerra di trincea che è il rimpasto, nato qualche giorno fa come rimpastino e ormai trasformatosi in rimpastone.
Si parla infatti di almeno cinque poltrone che cambieranno occupante, sempre che Matteo Renzi e Giuseppe Conte riescano a raggiungere quel minimo di tregua che consenta un nuovo assetto. Altrimenti è già pronto il piano B, con l’arrivo di un drappello di senatori in sostituzione dei renziani. «Responsabili ma non fessi», come spiega uno di loro, e che quindi chiederanno in cambio del sostegno almeno i due ministeri (più sottosegretario) lasciati liberi da Italia viva.
I renziani in queste ore hanno fatto partire un’offensiva contro il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, facendo circolare il nome di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate. Resta ferma la richiesta di occupare il Viminale, con Ettore Rosato, e trovare un posto a Maria Elena Boschi. Si era detto il Lavoro, dove Nunzia Catalfo non è difesa dai 5 Stelle, ma è un ministero che si troverà a dover gestire la questione scottante dei licenziamenti e quindi non particolarmente ambito (c’è chi parla di un interessamento di Andrea Marcucci). Trova ancora conferma la voce che vuole il mediatore eccellente Goffredo Bettini nel ruolo di sottosegretario a Palazzo Chigi, scalzando Riccardo Fraccaro. I 5 Stelle, per rifarsi, potrebbero ottenere la delega ai servizi segreti, che ieri era data per molto probabile a Luciana Lamorgese. Il nome che si fa girare è
quello del sottosegretario Mario Turco, uomo dei 5 Stelle, ma vicino anche al presidente Conte.
La delega al Recovery torna in forse perché, si fa notare, sarebbe una delega dimezzata visto che già se ne occupano ministri di peso. Quindi si fa strada l’ipotesi di una staffetta tra il ministro delle Politiche europee Enzo Amendola e Andrea Orlando. Resteranno sicuramente fermi tre ministeri chiave, blindati dal Quirinale (Economia, Difesa ed Esteri), ma anche i due protagonisti in questo periodo della pandemia, Salute e Affari Regionali (Speranza e Boccia). Rimane probabile l’ipotesi degli sdoppiamenti di Trasporti e Infrastrutture e di Turismo e Cultura. Per i primi due posti girano i nomi di Graziano Delrio (Pd), Maria Elena Boschi (Iv) e Stefano Buffagni (M5S), ma anche di
Luigi Marattin (Iv).
E se il Conte ter, con relativo rimpasto, naufragasse? Potrebbe nascere un nuovo gruppo di «responsabili», che attingerebbe al gruppo misto e a varie altre formazioni minori, ma anche a Forza Italia, per puntellare il governo al Senato, dove la defezione dei renziani farebbe mancare la maggioranza. A quel punto si libererebbero i due posti di Italia viva (Politiche Agricole, Teresa Bellanova, e Famiglia, Elena Bonetti), oltre al sottosegretario Ivan Scalfarotto, già dato in partenza per l’Osce. I nomi che si fanno per i rinforzi ministeriali, non necessariamente in quei posti, sono Renato Brunetta, Pier Ferdinando Casini, Gaetano Quagliariello e Paolo Romani. Politici navigati, abituati a gestire cambi di rotta e ammutinamenti.