Centrodestra unito: nessun aiuto Ma il piano B è un governo di scopo
In Parlamento si rincorrono le voci sui responsabili Giorgetti: ma credo che debba nascere un nuovo gruppo
C’è chi nel centrodestra prevede che, se servisse per non andare al voto anticipato «20 responsabili si troverebbero». Ma se si va a cercare nell’opposizione chi, anche off the record, si dice disponibile a votare per Conte, oggi non si trova. Non ci sta ovviamente la Lega: «Conte, Renzi, Di Maio, Zingaretti... Non ho tempo di parlare di loro, dei loro litigi, parliamo invece di vita vera, di diritto al lavoro», dice Matteo Salvini, tenendosi fuori dalla rissa. Tantomeno ci sta Giorgia Meloni, che chiede da mesi il voto e sarebbe disponibile a valutare scenari alternativi solo se e quando le venissero proposti con chiarezza cristallina. Ma sembra non starci nemmeno Silvio Berlusconi. Ai suoi fedelissimi, tra i quali Gianni Letta, che sono andati lunedì a trovarlo in Francia, ha dettato la linea: «Forza Italia cresce nei sondaggi, c’è fiducia in me, abbiamo la giusta linea di responsabilità verso il Paese e di fedeltà al centrodestra: dovremmo buttare via tutto per governare con M5S e Pd? Non esiste al mondo», è stato categorico.
Dunque, nessun aiuto esplicito o sotterraneo, come assicurano Mariastella Gelmini e Antonio Tajani. Tantomeno dal gruppo del Senato, blindato da Anna Maria Bernini. Nonostante la spinta alla «responsabilità» che arriva dall’ala più dialogante del partito (come Renato Brunetta, che ieri ha visto Mara Carfagna e Renata Polverini), FI non dovrebbe avere defezioni. Nemmeno le componenti di centrodestra del gruppo Misto sembrano tentennare: «La nostra posizione è chiarissima, tutti l’hanno capita e a dire il vero nemmeno provano a cambiarla» dice Gaetano Quagliariello, per Cambiamo di Toti. E la stessa convinzione ce l’hanno nell’Udc: «Non faremo da stampella a nessuno» dice Antonio Saccone.
Però ci sono due scenari che si ipotizzano, in tempi più lunghi. Il primo prevede la nascita di un gruppo ad hoc, con pezzi di gruppo Misto, centristi vari, transfughi azzurri. Servirebbe tempo per trasformarlo da truppa senza capi e linea a gruppo parlamentare che andrebbe a sostituirsi a IV, ma il leghista Giancarlo Giorgetti non lo esclude: «È impensabile che ci si affidi a un manipolo di parlamentari in ordine sparso in una situazione drammatica come questa. Se dovesse davvero esistere un percorso di costruttori l’unica strada è quella del sostegno da parte di un gruppo che si costituisca in Parlamento e che abbia un preciso progetto politico» . Non sarebbe — giurano i suoi — un’operazione avallata da Berlusconi, che non si sottrarrebbe a voti straordinari per salvare il Paese (come lo scostamento di Bilancio per finanziare il decreto ristori), ma che pensa invece a un altro scenario al quale «nessuno nel centrodestra potrebbe dire no»: un governo di scopo, del Presidente, d’emergenza. Ma è il piano B, non è ancora l’ora di tornare protagonisti.