Unicredit frena su Montepaschi I soci discutono la lista del board
Oggi il consiglio. Le mosse di piazza Gae Aulenti e gli effetti su Siena
C’è anche una frenata di Unicredit ad approfondire il dossier Montepaschi dietro la decisione della banca senese di avviare un processo aperto, e competitivo per la ricerca di un eventuale acquirente. La scelta di lunedì del consiglio di Mps di incaricare Credit Suisse come secondo advisor al fianco di Mediobanca e di avviare un sondaggio presso il mercato circa eventuali interessati a intervenire su Mps fa inevitabilmente allungare i tempi per la definizione di una scelta. Non ad libitum, dato che c’è da negoziare ogni passo con la Bce — per gli aspetti relativi al capitale di cui Mps ha bisogno, circa 2-2,5 miliardi, con un aumento o anche con titoli ibridi anche in relazione all’eventuale combinazione — e con la Commissione Ue (Dg Comp) per gli aspetti legati all’ammissibilità della dote che verrà concessa per Mps (si parla di 5-6 miliardi in totale, compresi crediti fiscali da Dta, ormai legge) in base alle norme sugli aiuti di Stato. Circa le fusioni ieri comunque la Bce ha fatto sapere che non metterà paletti rigidi con requisiti patrimoniali di secondo pilastro più alti ai progetti di aggregazione validi.
Questo momento, a Siena, appare ora più lontano. Bisognerà prima avviare lo «scouting» del mercato, poi una volta raccolte le manifestazioni di interesse — si parla di almeno due banche estere più Banco Bpm e Bper, mentre l’ipotesi di un fondo è più sfumata — aprire la «data room» e quindi concedere tempo perché vengano studiati i numeri di Siena. Ieri Banco Bpm ha ribadito che le sue «opzioni preferite di aggregazioni» non includono Mps ma gli advisor Lazard e Citi «monitoreranno la situazione qualora fossimo richiesti».
Per Unicredit avere più tempo su Mps è un vantaggio perché non toccherà all’uscente ceo Jean Pierre Mustier e a un board in scadenza prendere un orientamento strategicamente determinante per la banca di piazza Aulenti, ma al nuovo consiglio dopo che sarà stata decisa la revisione della strategia.
Oggi il board di Unicredit presieduto da Cesare Bisoni (che con il successore designato Pier Carlo Padoan è stato in udienza da Papa Francesco) esaminerà lo stato della ricerca del ceo: ieri sera non c’era ancora una short list definita e il quadro è in movimento. La scelta potrebbe avvenire agli inizi di febbraio, dopo aver raccolto gli umori anche della Bce. La frenata su Mps potrebbe essere legata anche all’orientamento che starebbe maturando a favore della scelta di un banchiere con esperienza internazionale, italiano o meno. Tra i nomi, si rincorrono quelli di Andrea Orcel, Fabio Gallia, Flavio Valeri, Alberto Nagel, torna a girare quello di Victor Massiah mentre si sarebbe tirato fuori Marco Morelli. Intanto ieri sia Unicredit sia Banco Bpm sono tornati sul mercato; la prima con due bond da 1 miliardo ciascuno; Banco con un subordinato perpetuo At1 da 400 milioni.