Corriere della Sera

Unicredit frena su Montepasch­i I soci discutono la lista del board

Oggi il consiglio. Le mosse di piazza Gae Aulenti e gli effetti su Siena

- Fabrizio Massaro

C’è anche una frenata di Unicredit ad approfondi­re il dossier Montepasch­i dietro la decisione della banca senese di avviare un processo aperto, e competitiv­o per la ricerca di un eventuale acquirente. La scelta di lunedì del consiglio di Mps di incaricare Credit Suisse come secondo advisor al fianco di Mediobanca e di avviare un sondaggio presso il mercato circa eventuali interessat­i a intervenir­e su Mps fa inevitabil­mente allungare i tempi per la definizion­e di una scelta. Non ad libitum, dato che c’è da negoziare ogni passo con la Bce — per gli aspetti relativi al capitale di cui Mps ha bisogno, circa 2-2,5 miliardi, con un aumento o anche con titoli ibridi anche in relazione all’eventuale combinazio­ne — e con la Commission­e Ue (Dg Comp) per gli aspetti legati all’ammissibil­ità della dote che verrà concessa per Mps (si parla di 5-6 miliardi in totale, compresi crediti fiscali da Dta, ormai legge) in base alle norme sugli aiuti di Stato. Circa le fusioni ieri comunque la Bce ha fatto sapere che non metterà paletti rigidi con requisiti patrimonia­li di secondo pilastro più alti ai progetti di aggregazio­ne validi.

Questo momento, a Siena, appare ora più lontano. Bisognerà prima avviare lo «scouting» del mercato, poi una volta raccolte le manifestaz­ioni di interesse — si parla di almeno due banche estere più Banco Bpm e Bper, mentre l’ipotesi di un fondo è più sfumata — aprire la «data room» e quindi concedere tempo perché vengano studiati i numeri di Siena. Ieri Banco Bpm ha ribadito che le sue «opzioni preferite di aggregazio­ni» non includono Mps ma gli advisor Lazard e Citi «monitorera­nno la situazione qualora fossimo richiesti».

Per Unicredit avere più tempo su Mps è un vantaggio perché non toccherà all’uscente ceo Jean Pierre Mustier e a un board in scadenza prendere un orientamen­to strategica­mente determinan­te per la banca di piazza Aulenti, ma al nuovo consiglio dopo che sarà stata decisa la revisione della strategia.

Oggi il board di Unicredit presieduto da Cesare Bisoni (che con il successore designato Pier Carlo Padoan è stato in udienza da Papa Francesco) esaminerà lo stato della ricerca del ceo: ieri sera non c’era ancora una short list definita e il quadro è in movimento. La scelta potrebbe avvenire agli inizi di febbraio, dopo aver raccolto gli umori anche della Bce. La frenata su Mps potrebbe essere legata anche all’orientamen­to che starebbe maturando a favore della scelta di un banchiere con esperienza internazio­nale, italiano o meno. Tra i nomi, si rincorrono quelli di Andrea Orcel, Fabio Gallia, Flavio Valeri, Alberto Nagel, torna a girare quello di Victor Massiah mentre si sarebbe tirato fuori Marco Morelli. Intanto ieri sia Unicredit sia Banco Bpm sono tornati sul mercato; la prima con due bond da 1 miliardo ciascuno; Banco con un subordinat­o perpetuo At1 da 400 milioni.

 ??  ?? L’udienza Il presidente in pectore di Unicredit Padoan con Papa Francesco
L’udienza Il presidente in pectore di Unicredit Padoan con Papa Francesco

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy