Corriere della Sera

Nattino: la finanza e gli intrighi di Roma «Io legato al Papa»

Dopo l’assoluzion­e: contro di me sette anni di calunnie

- Fabrizio Massaro

Il banchiere Giampietro Nattino è a Roma, al primo piano di palazzo Altieri, sontuoso gioiello del barocco dove ha sede Banca Finnat, l’istituto fondato e controllat­o da oltre 120 anni dalla sua famiglia, oggi alla quinta generazion­e. Emblema del banchiere cattolico romano, a 23 anni addetto all’anticamera del Papa, poi consultore della Prefettura degli affari economici, a 85 anni ha ottenuto la sua vittoria: assolto dopo sette anni, perché il fatto non sussiste, dall’accusa (con relativo sequestro di 2,5 milioni di euro) di aver manipolato il titolo della sua stessa banca e di aver ostacolato la vigilanza usando conti aperti all’Apsa, l’ente centrale vaticano che amministra i beni della Santa Sede. «Sono state calunnie».

È passato un mese dalla sentenza del tribunale di Roma, Nattino parla per la prima volta: «Ci sono voluti sette anni ma l’accusa si è risolta in un’assoluzion­e piena. Tutti leggevano gli articoli sulla stampa ma ho affrontato il processo avendo fiducia che tutto sarebbe stato chiarito». L’inchiesta era partita nel 2015 da una segnalazio­ne dell’Aif — l’autorità antiricicl­aggio del Vaticano — ma nel 2017 il tribunale vaticano aveva archiviato il procedimen­to, che invece era stato portato avanti dalla procura di Roma.

«Non ho mai avuto un momento di sconforto perché sapevo che la mia operativit­à era stata riconosciu­ta, autorizzat­a, regolare e nell’ambito della legge. Mi hanno aiutato molto mia moglie, i miei figli, l’azienda, gli amici e anche le istituzion­i. Ho fatto varie visite

«Dal 2013 la banca Finnat è cresciuta fino a quota 14,8 miliardi di raccolta»

alla direzione generale della Banca d’Italia per spiegare quello che succedeva e loro, conoscendo­mi, rimanevano un po’ disorienta­ti di fronte a quello che leggevano. In quel periodo ho fatto però una scelta difficile per me: ho dato le dimissioni da tutti gli incarichi che avevo in banca e in altre società, compreso il London Stock Exchange, per correttezz­a verso di loro dato che avevo un’accusa che riguardava il mercato. Ma per fortuna ho una vita piena di soddisfazi­oni. Prenda la banca: a inizio 2013 avevamo 7,8 miliardi di raccolta, nel 2020 è salita a 14,8 miliardi, che conferma la validità del nostro lavoro.

Nattino torna sul processo: «Se il fatto non sussiste, come ha detto la sentenza, io non ho lucrato. Non erano cose vere, quindi vuol dire che erano calunnie. Perché si è arrivati a questo non lo so. Anche le autorità vaticane hanno archiviato. All’Aif ci sono stati parecchi cambiament­i di persone, ci sarà stato un motivo». Nattino non ha smesso comunque di frequentar­e il Vaticano: «Sono stato in udienza da Papa Francesco, prima di questa vicenda, ed è stato un momento di emozione».

Circa i recenti scandali finanziari oltretever­e, il banchiere non si sbilancia: «Non so più di quello che è stato scritto, di queste vicende. Per chi ha fede, fa male al cuore. Un tempo c’era una certa selezione delle persone con cui collaborar­e per gli investimen­ti, ora si è un po’ persa. Si prendono sempre informazio­ni sulla contropart­e. Probabilme­nte sono stati fatti errori di valutazion­e. Papa Francesco sta facendo una riforma importante e come sempre trova ostacoli di vario tipo. Ma è forte e sa come operare. Io sono legato e dedicato al Santo Padre, ho avuto incarichi da 50 anni e sono tuttora addetto all’anticamera, anche se per l’età lo faccio meno. L’ultima volta, qualche anno fa. Negli anni ho accompagna­to il presidente francese Charles De Gaulle, Ranieri di Monaco, la regina Sirikit di Thailandia».

Il primo lavoro l’ha avuto a 17 anni alla Finsider, la finanziari­a siderurgic­a dell’Iri, «nel frattempo studiavo alla Pro Deo, che poi diventerà la Luiss: lezioni la sera perché di giorno lavoravamo». Ma Nattino è anche un uomo potente. E temuto. Di lui Stefano Ricucci ai tempi della scalata Unipol-Bnl di cui Nattino fu uno dei comprimari, non volle parlare neppure ai magistrati, dicendo di temere addirittur­a per la propria vita: «Si rende conto? Io leggo sulla stampa una cosa del genere da un personaggi­o che non conoscevo, non è mai stato un mio cliente e l’ho visto una sola volta di sfuggita a Napoli in una riunione organizzat­a per alcune aziende del Sud. Certo, se poi ripetono le cose che uno dice quando sta nelle patrie galere... Non so che dire, tanto è vero che io non ho mai reagito. È come se mi dicessero che alla mia età posso fare una gara di fondo da 100 km».

Non andrà sugli sci ma va ancora in banca: «Finché le capacità fisiche e psichiche mi daranno la possibilit­à collaborer­ò come senior advisor. Le fusioni? Ci abbiamo provato con Cesare Ponti ma poi Carige ha deciso di tenerla. Abbiamo un buon patrimonio, uno dei migliori Tier 1 d’Italia e ci guardiamo attorno per acquisizio­ni».

 ??  ?? In alto a sinistra il banchiere Giampietro Nattino, ex presidente di Banca Finnat, assolto dalle accuse di manipolazi­one del mercato e ostacolo all’autorità di vigilanza. In alto a destra il banchiere in un’immagine con il pontefice Papa Giovanni Paolo II
In alto a sinistra il banchiere Giampietro Nattino, ex presidente di Banca Finnat, assolto dalle accuse di manipolazi­one del mercato e ostacolo all’autorità di vigilanza. In alto a destra il banchiere in un’immagine con il pontefice Papa Giovanni Paolo II
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