Salvataggio Alitalia, la lettera dell’Ue: chiarimenti sulla nuova società
Il nodo della discontinuità nel bando di gara
La prima riunione tecnica di confronto tra i tecnici dell’Antitrust Ue, quelli del ministero dell’Economia e il management di Ita — Italia Trasporto Aereo Spa, ovvero la nuova Alitalia nata con un’iniezione di 3 miliardi di soldi pubblici — è prevista per venerdì in video collegamento. In quella occasione Roma comincerà a rispondere alle domande che la direzione generale della Concorrenza Ue ha rivolto al governo in una lettera inviata l’8 gennaio scorso alla rappresentanza italiana a Bruxelles.
Il 21 dicembre Ita aveva mandato a Bruxelles il nuovo piano industriale, che ha suscitato la richiesta di chiarimenti da parte dei tecnici della Commissione Ue. La lettera, anticipata da MF-Milano Finanza, mira a chiarire se c’è discontinuità economica tra la newco e la vecchia compagnia aerea e le condizioni di mercato. La risposta ha una doppia implicazione. Infatti l’Antitrust Ue ha già aperto due indagini nell’aprile 2018 e nel febbraio 2020 rispettivamente per il prestito ponte da 900 milioni e per un secondo prestito da 400 milioni per capire se si tratta di aiuti di Stato illegali, dopo la denuncia da parte di alcuni concorrenti. In caso di conferma gli aiuti andrebbero restituiti allo Stato italiano. Se non ci fosse discontinuità aziendale la restituzione sarebbe in capo a Ita, ma anche i 3 miliardi nuovi rischierebbero di essere considerati aiuti illegali, perché la nuova disciplina sugli aiuti di Stato decisa da Bruxelles per far fronte alla crisi economica scatenata dal Covid ammette aiuti solo a società in buona salute prima della pandemia. Il mese scorso la titolare dell’Antitrust Ue e vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, aveva ipotizzato una chiusura delle indagini in breve tempo.
La lettera sottolinea che «come discusso diverse volte in passato», le condizioni per garantire la discontinuità prevedono la vendita degli asset attraverso una gara trasparente, la vendita a terzi di handling e manutenzione, la cessione di slot su aeroporti «congestionali» (come Linate), la rinuncia al brand Alitalia e una gara per la controllata Loyalty (le Millemiglia). L’Antitrust Ue chiede perché la cessione degli asset, vista la premessa, non sia avvenuta attraverso una gara e chiarimenti sull’azionariato e la sua evoluzione di qui al 2025 rispetto agli ultimi cinque anni, ma anche informazioni sulla strategia della newco nel medio periodo per contrastare la concorrenza delle low cost, sulla profittabilità delle singole rotte, sul personale. Bruxelles ha anche espresso dubbi sul mantenimento della strategia multi-hub.
La lettera rientra nel dialogo in corso tra Bruxelles e Roma per verificare se davvero ci sia discontinuità tra Ita e la vecchia compagnia aerea. La Commissione non ha voluto commentarne il contenuto ma una portavoce ha spiegato che in generale Bruxelles «analizza l’esistenza della continuità economica utilizzando una serie di indizi che includono non solo l’ambito delle attività trasferite ma anche il prezzo di trasferimento, l’identità dell’acquirente, i tempi del trasferimento e la logica economica della transazione». E in questa fase, osserva, «in assenza di elementi conclusivi o definitivi al riguardo, la Commissione non può prendere posizione sulla questione della continuità economica».