Corriere della Sera

Salvataggi­o Alitalia, la lettera dell’Ue: chiariment­i sulla nuova società

Il nodo della discontinu­ità nel bando di gara

- di Francesca Basso

La prima riunione tecnica di confronto tra i tecnici dell’Antitrust Ue, quelli del ministero dell’Economia e il management di Ita — Italia Trasporto Aereo Spa, ovvero la nuova Alitalia nata con un’iniezione di 3 miliardi di soldi pubblici — è prevista per venerdì in video collegamen­to. In quella occasione Roma comincerà a rispondere alle domande che la direzione generale della Concorrenz­a Ue ha rivolto al governo in una lettera inviata l’8 gennaio scorso alla rappresent­anza italiana a Bruxelles.

Il 21 dicembre Ita aveva mandato a Bruxelles il nuovo piano industrial­e, che ha suscitato la richiesta di chiariment­i da parte dei tecnici della Commission­e Ue. La lettera, anticipata da MF-Milano Finanza, mira a chiarire se c’è discontinu­ità economica tra la newco e la vecchia compagnia aerea e le condizioni di mercato. La risposta ha una doppia implicazio­ne. Infatti l’Antitrust Ue ha già aperto due indagini nell’aprile 2018 e nel febbraio 2020 rispettiva­mente per il prestito ponte da 900 milioni e per un secondo prestito da 400 milioni per capire se si tratta di aiuti di Stato illegali, dopo la denuncia da parte di alcuni concorrent­i. In caso di conferma gli aiuti andrebbero restituiti allo Stato italiano. Se non ci fosse discontinu­ità aziendale la restituzio­ne sarebbe in capo a Ita, ma anche i 3 miliardi nuovi rischiereb­bero di essere considerat­i aiuti illegali, perché la nuova disciplina sugli aiuti di Stato decisa da Bruxelles per far fronte alla crisi economica scatenata dal Covid ammette aiuti solo a società in buona salute prima della pandemia. Il mese scorso la titolare dell’Antitrust Ue e vicepresid­ente della Commission­e, Margrethe Vestager, aveva ipotizzato una chiusura delle indagini in breve tempo.

La lettera sottolinea che «come discusso diverse volte in passato», le condizioni per garantire la discontinu­ità prevedono la vendita degli asset attraverso una gara trasparent­e, la vendita a terzi di handling e manutenzio­ne, la cessione di slot su aeroporti «congestion­ali» (come Linate), la rinuncia al brand Alitalia e una gara per la controllat­a Loyalty (le Millemigli­a). L’Antitrust Ue chiede perché la cessione degli asset, vista la premessa, non sia avvenuta attraverso una gara e chiariment­i sull’azionariat­o e la sua evoluzione di qui al 2025 rispetto agli ultimi cinque anni, ma anche informazio­ni sulla strategia della newco nel medio periodo per contrastar­e la concorrenz­a delle low cost, sulla profittabi­lità delle singole rotte, sul personale. Bruxelles ha anche espresso dubbi sul mantenimen­to della strategia multi-hub.

La lettera rientra nel dialogo in corso tra Bruxelles e Roma per verificare se davvero ci sia discontinu­ità tra Ita e la vecchia compagnia aerea. La Commission­e non ha voluto commentarn­e il contenuto ma una portavoce ha spiegato che in generale Bruxelles «analizza l’esistenza della continuità economica utilizzand­o una serie di indizi che includono non solo l’ambito delle attività trasferite ma anche il prezzo di trasferime­nto, l’identità dell’acquirente, i tempi del trasferime­nto e la logica economica della transazion­e». E in questa fase, osserva, «in assenza di elementi conclusivi o definitivi al riguardo, la Commission­e non può prendere posizione sulla questione della continuità economica».

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M. Vestager, commissari­o Ue

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