Milan, che fatica
Doma il Toro solo ai rigori Ibra dal primo minuto ma non riesce a incidere, sostituito dopo un tempo Decisivo l’errore di Rincon
Coppa Italia I rossoneri affronteranno la vincente di Fiorentina-Inter. Espulso Donnarumma in panchina
MILANO Campionato o coppe, per il Milan è uguale. È la mentalità del nuovo Diavolo: giocare per vincere, sempre e comunque. Contro il Toro arriva infatti il successo numero 19 in 26 partite stagionali, un 5-4 ai calci di rigore che consente ai rossoneri di conquistare i quarti di Coppa Italia dove incontreranno la vincente fra Fiorentina e Inter, in campo oggi pomeriggio. Ma che fatica: vittoria thrilling, contro la squadra di Giampaolo, che stavolta esce a testa altissima. Decisiva la parata del portiere di riserva Tatarusanu su Rincon: che serata per il 34enne romeno. Ma anche per il Milan. L’obiettivo aziendale rossonero era andare avanti su tutti i fronti: missione compiuta. Nonostante l’eliminazione, buone indicazioni arrivano però anche dal Torino. Rispetto a sabato, i granata sono rimasti in partita fino alla fine, con rabbia e orgoglio. E ora si rimettono in cammino verso l’obiettivo salvezza: sabato c’è lo Spezia, incrocio fondamentale, cruciale, al pari della gara successiva, in casa del Benevento. Il Diavolo può invece ora permettersi di tirare il fiato qualche giorno, visto che tornerà in campo per ultimo, lunedì a Cagliari, nella gara che chiuderà una giornata chiave con i due scontri diretti Lazio-Roma e Inter-Juventus che potrebbero segnare pesantemente la classifica. Il Milan ha ripreso la sua corsa. E non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi.
La dimostrazione del fatto che Pioli diceva sul serio quando lunedì aveva assicurato che «l’obiettivo è arrivare fino in fondo» si è avuta già alla lettura delle formazioni. La scelta di mettere Ibrahimovic subito titolare è un’esplicita dichiarazione di guerra: niente calcoli, niente strategie e soprattutto niente Milan B. Accanto a Zlatan nel freezer di San Siro c’è il discepolo prediletto, Leao, che ha una voglia matta di mostrare al maestro d’esser cresciuto durante la sua assenza. Il turnover rossonero è calibrato: in panchina ci sono Donnarumma, Kessie e Theo. Kjaer è in tribuna, al suo posto si rivede Musacchio. Cambia invece parecchio Giampaolo, rispetto alla sconfitta di tre giorni prima: davanti ci sono Gojak e Zaza. Belotti parte dalla panchina: mossa saggia, il Gallo ha un dannato bisogno di riposare.
Rispetto a sabato scorso, l’approccio dei granata è completamente diverso: meno timido, meno remissivo. La prima vera chance è però rossonera, con Ibra che non inquadra la porta con un destro al volo violento ma impreciso. I quasi due mesi di stop si vedono, infatti all’intervallo resta negli spogliatoi insieme a Castillejo: dentro Hauge e Calhanoglu. Il trequartista turco dà fantasia al Milan, che guadagna metri. Leao si riprende il posto di centravanti e impegna subito Milinkovic: ottima parata del portiere serbo, ma da lì il portoghese deve fare meglio. Il Milan sprinta, prende due pali nel giro di pochi minuti, prima con Dalot e poi con Calabria. Il Toro barcolla, ma resta in piedi. A mezz’ora dalla fine fra i rossoneri entrano Theo e Kessie, mentre il Toro gioca la carta Singo. Brividi quando il portiere Milinkovic rischia grosso dribblando Leao. Le squadre si allungano, gli animi si accendono, fioccano le ammonizioni, Donnarumma si fa espellere dalla panchina.
Il Toro stringe i denti, Giampaolo crede nel colpaccio e butta dentro Belotti, ma le ultime occasioni sono per Diaz e Theo. Niente da fare, si va ai rigori dove protagonisti sono Tatarusanu e Calhanoglu, che segna il rigore decisivo. Il Milan non si ferma.
2 successi ai rigori per il Milan in questa stagione: oltre a questo col Torino, quello nel playoff di Europa League con il Rio Ave (9-8)