Sport e Salute e Coni, la tensione è sempre alta
A14 giorni dal fatidico 27 gennaio — giorno in cui il Cio potrebbe sospendere l’Italia dal consesso olimpico — lo scontro tra Sport & Salute e Coni sulla mancata autonomia dell’ente presieduto da Giovanni Malagò è sempre più aspro. Ieri, durante un’audizione al Senato, Vito Cozzoli, presidente di Sport & Salute, si è detto «pronto ad aprire una terza via per un nuovo contratto di servizio tra noi e il Coni» che conceda a Malagò «gestione diretta e autonoma dei dipendenti e dei presidi organizzativi per rendere superfluo l’intervento legislativo». Durissima la reazione di Palazzo
H: «Affermazioni improvvide e ingiustificabili, prova provata che il Coni non è autonomo. Le sanzioni previste dalla Carta Olimpica non possono essere interpretate da chi non ha ruolo nell’ordinamento olimpico. Il Cio ha chiesto più volte al governo italiano una legge per l’autonomia del Coni e non contratti di servizio con società che rispondono all’autorità governativa». Coni e Cio considerano percorribile solo la via di una legge delega che restituisca allo sport piena autonomia decisionale e finanziaria. Sul tema interviene anche Franco Carraro, membro onorario Cio: «Il parlamento aveva tutto il potere di modificare un assetto dello sport vecchio di 73 anni ma la mancata attuazione dell’articolo 1 della legge delega ha complicato le cose. Stabilire chi fa cosa è un ruolo che il parlamento ha assegnato al governo, il governo non ha deciso e ora qualcuno deve farlo e senza perdere tempo». Della possibilità che l’Italia possa andare ai Giochi di Tokyo senza bandiera e inno ha parlato ieri Vincenzo Nibali: «Una premiazione così è inconcepibile. Vincessi io, salirei sul podio con Fratelli d’Italia nelle cuffiette».