Mastella: la poltrona ce l’ho, sono al lavoro per il Paese Matteo? Lui pensi a Verdini
«Renzi è uno stralunato» è la reazione a sera di Clemente Mastella, dopo la conferenza stampa dell’ex premier.
E perché è uno stralunato?
«Per l’ipocrita ironia sui responsabili».
Si sente ferito per la battuta sul governo Conte-Mastella?
«Con tutta la stima e il rispetto per Denis Verdini, io cosa dovrei rispondere che lui è il Renzi-Verdini?».
Come giudica le parole di Renzi?
«È incredibile quello che sta combinando».
Lei ha compreso la strategia dell’ex rottamatore?
«Di fatto ha aperto al Conte-ter e su questo vorrei porre una questione».
Prego.
«I numeri a Palazzo Madama sono sempre stati risicati. Ma se tu non escludi il Conteter apri inevitabilmente una faglia nel M5S. Il gruppo pentastellato è friabile. Ne consegue che se cambi, ad esempio, Alfonso Bonafede e lo togli da via Arenula, ci saranno altri insoddisfatti. Così come ci sono stati nel passaggio dal Conte-1 al Conte-2. E potrebbe poi succedere che i responsabili si trasformerebbero in irresponsabili. A quel punto non ci sarebbe più la maggioranza. E allora bisogna evitare questa sceneggiata drammatica».
Come, con i responsabili?
«I vietcong ci sono, state tranquilli».
Il suo telefono è perennemente occupato. Chi la cerca, chi corteggia?
«Ricevo tante chiamate da chi soprattutto mi chiede:
“Partite con l’iniziativa perché non ne possiamo più”».
Ma lei si sente il capo dei responsabili?
«Posso dare il mio contributo, posso fare il regista. Di certo non mi candiderò più. Il mio è un atto di amore nei confronti del Paese»
Non pensa che sarebbe derubricata come un’operazione di palazzo?
«Io ho la mia poltrona di sindaco di Benevento».
Però c’è sua moglie Sandra che siede in Senato.
«Sì, però pensi il mio atto di amore per il Paese: a Benevento il Pd locale è contro di me, i Cinque Stelle mi minacciano in tutti i modi, e io nonostante tutto ciò lavoro per il bene dell’Italia».
Risponde all’appello di Mattarella che ha parlato di costruttori?
«Esatto, costruttori. Se fosse per interesse mio dovrei mandarli al diavolo. È una crisi fuori logica».
Ha avuto contatti con il mondo berlusconiano? Ha sentito il Cavaliere?
«No, no. Ma le posso dire una cosa. Il presidente Berlusconi ha una sola chances: faccia un atto di coraggio e si distingua come ha fatto col golpe americano dai suoi partners. Sarà apprezzato anche dal Paese e questa sarebbe l’unica possibilità reale per lui di poter pensare di salire al Colle».
Renzi ritira le ministre?
«Penso di sì. I suoi sono preoccupati. Pensi un po’ che chiamano me».
Li vuole reclutare come responsabili?
«La cosa singolare è che mi domandano: “Ce la fate con i responsabili a tenere in piedi il governo?”. Hanno paura ma non hanno il coraggio di dirglielo in faccia».
Alla fine si torna sempre alla diaspora democristiana e al ruolo del centro.
«Mai come in questo momento, l’esperienza della Dc sarebbe fondamentale».