Di Maio preoccupato, M5S confuso E il ritorno di Grillo crea malumori
Il garante usa le parole di Trizzino: patto tra tutti i partiti Il ministro: supporto a Conte. Oggi riunione tra i big
Il Movimento esce da una delle sue giornate più lunghe ancora più frastagliato e frastornato. Una babele di posizioni. Dopo lo strappo renziano, Vito Crimi parla per dire che il M5S assicurerà la stabilità che serve. Ma all’interno del gruppo è il caos, un caos che oscilla tra il silenzio delle chat e i veleni che tracimano invece in privato. Lo stesso Crimi viene bersagliato: «Abbiamo un capo politico?», dice un parlamentare alludendo al fatto che il reggente è «scaduto» a fine dicembre.
Che la giornata sia in salita lo si capisce già a mezzogiorno con l’uscita di Beppe Grillo.
Il garante posta una lettera del deputato Giorgio Trizzino che sostiene: «Stiliamo insieme un patto tra tutti i partiti». Parole che suonano come fumo negli occhi ai vertici M5S impegnati in quel momento nell’ultimo tentativo di mediazione con Italia viva. Il garante — in realtà — più che un’apertura a un governo di unità nazionale, tenta un assist per il gruppo dei responsabili. Ma l’iniziativa viene letta come un attacco al premier e Grillo non a caso precisa: «È sottointeso che il governo è di Conte».
Il post del garante oltre al malumore dei vertici ha l’effetto di mettere nel mirino in chat proprio Trizzino. C’è chi rispolvera le sue posizioni sul Mes (è favorevole), c’è chi in privato domanda: «Quanto conta nel Movimento?». Con il passare delle ore i livori lasciano il posto alle previsioni, le speranze (di ricucire) cedono il passo al pessimismo. I Cinque Stelle sembrano fermi. L’attesa si spezza con le dimissioni delle ministre renziane. E partono gli interrogativi. Arriva il capogruppo Davide Crippa a silenziare eventuali voglie di dichiarazioni estemporanee: «Chiaramente il momento è molto delicato, vi chiediamo la pazienza di attendere gli sviluppi che saranno tempestivamente comunicati, sui quali provvederemo a organizzare spazi di confronto. Invitiamo tutti a misurare i toni», è il messaggio che invia ai parlamentari. Sulle chat cala il gelo: solo battute sporadiche a minimizzare e sdrammatizzare. La realtà però ha due facce: c’è preoccupazione e incertezza su quello che accadrà.
«Il Movimento è compatto e sta con Conte» è il mantra dei vertici, che si arroccano sul premier. «Massimo supporto», ribadisce Luigi Di Maio, che esprime anche lui forte preoccupazione per l’evolvere della crisi. La finestra sui responsabili viene monitorata con attenzione (ma la nascita di nuovi gruppi potrebbe spaccare il M5S). C’è un briefing tra i vertici M5S a Palazzo Chigi prima del Consiglio dei ministri (e oggi in mattinata si vedrà lo stato maggiore). Intanto per qualcuno Conte non è più un totem e ipotizza anche scenari con la stessa maggioranza ma una leadership diversa. Posizioni sparute (per ora). Alessandro Di Battista, invece, a chi lo ha sentito conferma ciò che ha detto pubblicamente: mai più con Renzi dopo lo strappo.