Corriere della Sera

Responsabi­li in allerta «Al Senato sono in 15» Con Tabacci 5 deputati

Voci (e smentite) su Maie, Udc, Psi e Idea

- di Giuseppe Alberto Falci e Alessandro Trocino

Raccontano che la deputata Renata Polverini, di Forza Italia, sia pronta: «Il gruppo dei responsabi­li c’è anche al Senato: lì sono già in 15». Ottimismo che non trova molto riscontro, anche se i movimenti sono aumentati vorticosam­ente non solo a Palazzo Madama ma anche a Montecitor­io: ieri Fabio Berardini, Carlo De Girolamo, Antonio Lombardo, Mara Lapia e Marco Rizzone hanno aderito alla componente del gruppo misto «Centro democratic­o», che ha quattro deputati, tra i quali Bruno Tabacci.

A Palazzo Madama si fa di conto perché se 18 renziani si siederanno all’opposizion­e, servirebbe­ro 11 senatori per puntellare il governo Conte.

Di più: il Colle accettereb­be l’allargamen­to ai «salvatori della patria» solo se si creasse un gruppo parlamenta­re. Secondo il regolament­o, però, non può nascere un nuovo gruppo se non fa riferiment­o a un simbolo già presentato alle elezioni. I cavalli di Troia dei moderati per Conte potrebbero essere dunque il Maie, l’Udc, il Psi. E Idea, di Gaetano Quagliarie­llo, che smentisce fermamente: «Come ve lo devo dire che non sono un responsabi­le? Devo fare irruzione al Senato con le corna come Angeli? Fare la crisi ora è una pazzia, certo, ma serve un governo di salute pubblica. Non mi capita spesso, ma sono d’accordo con Grillo che parla di un governo di larghe intese». Smentisce anche il Psi con Enzo Maraio e Riccardo Nencini: «Abbiamo letto ricostruzi­oni fantasiose, non c’entriamo nulla con i responsabi­li».

A Palazzo Madama vagano anime in pena, con un dubbio esistenzia­le: sabotare o aderire, combattere o perire? Ci sono anche i fantasmi di Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, che nel dicembre 2010 salvarono Berlusconi, dopo la rottura con Fini. Razzi è sicuro: «I responsabi­li sono pronti, come si fa a rinunciare a 12 mila euro al mese?».

Lettura venale del trasformis­mo politico. Tra gli indiziati di potenziale appoggio al governo ci sono i tre senatori dell’Udc: Paola Binetti, Antonio De Poli e Antonio Saccone (il più accreditat­o), guidati dal segretario Lorenzo Cesa. Ammette la teocon Binetti: «La gente di buon senso sostiene che non si potrà andare a votare. I responsabi­li verranno fuori, perché nemmeno nella più fervida fantasia posso immaginare di andare alle elezioni in questo momento. Se ci sarà bisogno, spunterann­o da Italia viva. Ma io non ci starò. Cosa diversa se nascesse un nuovo governo con una maggioranz­a allargata». Pochi metri più in là si scorge il comandante Gregorio De Falco, già grillino: «Il Recovery Plan è molto migliorato. Un assetto stabile è preferibil­e. A quel punto i responsabi­li potrebbero aggiungers­i». Ecco il trattativi­sta Saverio De Bonis, che siede nel Maie (Misto): «Chiudere la legislatur­a per colpa di Renzi non è una scelta felice. Qualcosa succederà». E forse qualcosa potrebbe succedere anche all’interno del partito di Renzi dove alcuni senatori temono le urne. Donatella Conzatti, già berlusconi­ana, oggi Italia viva, è la prima ad uscire allo scoperto: «La giornata di ieri è molto diversa da quella di oggi. Ventiquatt­ro ore fa Palazzo Chigi aveva bandito Italia viva dal Conte-ter. Oggi le parole del premier sono di altro tenore». E ancora: «Noi siamo in maggioranz­a. Stamattina abbiamo votato alla Camera, oggi pomeriggio lo faremo al Senato». All’interno di Iv si annoverano 4/5 senatori che appaiono dubbiosi sulla strategia del leader.

Nel Misto siede anche Tommaso Cerno, ex dem: «Sostenni per primo l’alleanza M5S-Pd, deriso da tutti. Doveva essere un governo rock, è venuta fuori una polka. Ora vorrebbero incantarci con una marcetta, con la scusa del Covid. Ma non c’era anche negli Stati Uniti, dove si è appena votato? In un Paese serio andremmo tutti al voto Il Pd cosa vuole, un Conte ter, neanche fosse Andreotti, con i responsabi­li che cantano Forza Italia? Il Pd governa da 7 anni senza aver mai vinto le elezioni. Questo nuovo governo, se nasce, è un giallo triste che si sa già come va a finire».

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