L’impresario funebre contagiato al funerale
L’ex vigile urbano Patrizio Cordioli, 67 anni, nel 1987 nella sua Villafranca di Verona aveva fondato le onoranze funebri Obelisco, che gestiva assieme al figlio Stefano, che ora sta organizzando il suo funerale. «Papà era il tipico imprenditore veneto, tutto lavoro e famiglia. Mai una vacanza in vita sua. Nel pieno dell’emergenza Covid, gli avevo consigliato di non venire al lavoro ma lui non ha voluto sentire ragioni…». L’11 dicembre era davanti al Duomo di Villafranca per coordinare il lavoro dei suoi dipendenti durante l’addio a un settantenne stroncato proprio dal coronavirus. «Si è contagiato in quell’occasione», è convinto Stefano Cordioli. «Papà era molto conosciuto in città, fuori dalla chiesa in tanti gli si sono avvicinati per scambiare due parole. Le precauzioni, evidentemente, non sono bastate». Nei giorni successivi è salita la febbre. «Abbiamo fatto due test rapidi, a distanza di quattro giorni l’uno dall’altro: entrambi negativi. Il 22 dicembre, visto che continuava a stare male, ho insistito per accompagnarlo in ospedale, a Peschiera del Garda. Il tampone molecolare è risultato positivo, la Tac ha evidenziato che i polmoni erano già compromessi». La vigilia di Natale è peggiorato. «L’ultima videochiamata il 31 dicembre: è riuscito solo ad alzare il braccio. Ma non avrei mai pensato che dieci giorni dopo, mio padre, un uomo che ha sempre goduto di ottima salute, su quel maledetto letto ci sarebbe morto».