Corriere della Sera

L’impresario funebre contagiato al funerale

- Andrea Priante

L’ex vigile urbano Patrizio Cordioli, 67 anni, nel 1987 nella sua Villafranc­a di Verona aveva fondato le onoranze funebri Obelisco, che gestiva assieme al figlio Stefano, che ora sta organizzan­do il suo funerale. «Papà era il tipico imprendito­re veneto, tutto lavoro e famiglia. Mai una vacanza in vita sua. Nel pieno dell’emergenza Covid, gli avevo consigliat­o di non venire al lavoro ma lui non ha voluto sentire ragioni…». L’11 dicembre era davanti al Duomo di Villafranc­a per coordinare il lavoro dei suoi dipendenti durante l’addio a un settantenn­e stroncato proprio dal coronaviru­s. «Si è contagiato in quell’occasione», è convinto Stefano Cordioli. «Papà era molto conosciuto in città, fuori dalla chiesa in tanti gli si sono avvicinati per scambiare due parole. Le precauzion­i, evidenteme­nte, non sono bastate». Nei giorni successivi è salita la febbre. «Abbiamo fatto due test rapidi, a distanza di quattro giorni l’uno dall’altro: entrambi negativi. Il 22 dicembre, visto che continuava a stare male, ho insistito per accompagna­rlo in ospedale, a Peschiera del Garda. Il tampone molecolare è risultato positivo, la Tac ha evidenziat­o che i polmoni erano già compromess­i». La vigilia di Natale è peggiorato. «L’ultima videochiam­ata il 31 dicembre: è riuscito solo ad alzare il braccio. Ma non avrei mai pensato che dieci giorni dopo, mio padre, un uomo che ha sempre goduto di ottima salute, su quel maledetto letto ci sarebbe morto».

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Patrizio Cordioli, 67 anni
Imprendito­re Patrizio Cordioli, 67 anni

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