Corriere della Sera

L’infermiera in trincea moglie di un primario

- Rinaldo Frignani

«Riportami a casa». Un appello disperato, un grido d’aiuto, lanciato poco prima di morire al marito, Renato Masala, primario di geriatria nello stesso ospedale e da pochi giorni anche in un nosocomio vicino. Lorella Molinari, 57 anni, madre di due ragazzi di 30 e 27, se n’è andata l’8 gennaio, di pomeriggio, al Policlinic­o Umberto I di Roma. Ci era arrivata qualche settimana prima, dal Santa Maria Goretti di Latina, dove per 30 anni aveva lavorato come infermiera nel reparto di Malattie infettive prima di entrare in servizio nel Centro prelievi di piazza Celli. Ai primi sintomi, è seguito un peggiorame­nto costante delle sue condizioni di salute, perché Lorella è stata investita da una forma acuta di coronaviru­s che non le ha lasciato scampo. Nessun trattament­o è servito per salvarle i polmoni ormai compromess­i dalla malattia, gettando nella disperazio­ne non solo la sua famiglia ma anche i colleghi che hanno provato a fare qualcosa. Lorella era il punto di riferiment­o delle infermiere del suo reparto, in prima linea contro il Covid fin dall’inizio. Ma — a dire di tutti — il suo carattere solare e coinvolgen­te, la sua simpatia con i pazienti, facevano pesare meno, molto meno, le giornate in trincea, fra speranza e dolore. A sostenerla la passione per i viaggi, per il mare, per la Sardegna, dove Lorella sarebbe voluta andare a vivere per qualche mese all’anno una volta andata in pensione.

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Lorella Molinari, 57 anni
Infermiera Lorella Molinari, 57 anni

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